IL VANGELO DI DOMENICA 9/6/2013: GESU' LA RISPOSTA ALLE NOSTRE ATTESE. IL COMMENTO DEL PROF.ANTONIO LUISI.

PROF.ANTONIO LUISI, DOCENTE DI RELIGIONE CATTOLICA AL LICEO CLASSICO “VIRGILIO” E DIACONO PRESSO LA PARROCCHIA “S.MARIA DELLE GRAZIE” DI MERCATO S.SEVERINO.
 
 
 
 

X DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (Lc 7,11-17)

In quel tempo, Gesù si recò in una città chiamata Nain, e con lui camminavano i suoi discepoli e una grande folla. Quando fu vicino alla porta della città, ecco, veniva portato alla tomba un morto, unico figlio di una madre rimasta vedova; e molta gente della città era con lei. Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei e le disse: «Non piangere!». Si avvicinò e toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: «Ragazzo, dico a te, àlzati!». Il morto si mise seduto e cominciò a parlare. Ed egli lo restituì a sua madre. Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio, dicendo: «Un grande profeta è sorto tra noi», e: «Dio ha visitato il suo popolo». Questa fama di lui si diffuse per tutta quanta la Giudea e in tutta la regione circostante.

IL COMMENTO DEL PROF.ANTONIO LUISI:

 Gesù la risposta alle nostre attese

Il Vangelo di questa domenica ci porta in un villaggio  distante pochi chilometri da Nazareth di nome Nain. Gesù incontra un corteo funebre che accompagna al cimitero il figlio unico di una vedova. Di fronte al dolore di una madre, non scappa, non volta le spalle, ma mostra tutta la sua tenerezza e sente il bisogno di intervenire. In quella donna Gesù vede tutta l’umanità che aspira alla vita ma che si trova a fare i conti con la morte. Se non incontriamo Cristo, possiamo pensare che tutto finisca nel nulla, nel  buio di una tomba. Il miracolo della rianimazionedel figlio della vedova, dimostra che Gesù è il Dio della vita, venuto in mezzo a noi per dare una risposta alla nostra speranza di eternità. La risposta di Gesù ci spalanca un orizzonte meraviglioso: l’umanità non genererà più vittime sacrificali al mondo della morte, ma viventi, non per la forza presente nella vita biologica, ma per la vita donata da Dio, la vita dell’eterno. Le nostre comunità sono chiamate perciò a rendere presente nel mondo il gesto di Gesù e la sua parola che fa risorgere, affinché  la morte non debba più farci paura.

Antonio De Pascale

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