IL VANGELO DI DOMENICA 9/10/2011: L'ABITO BUONO PER LA GRANDE FESTA.

IL COMMENTO DEL PROF.ANTONIO LUISI, DOCENTE DI RELIGIONE CATTOLICA E DIACONO PERMANENTE.
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VANGELO DELLA XXVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (Mt 22,1-14)
Gesù riprese a parlar loro in parabole e disse: «Il regno dei cieli è simile a un re che fece un banchetto di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non vollero venire. Di nuovo mandò altri servi a dire: Ecco ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e i miei animali ingrassati sono già macellati e tutto è pronto; venite alle nozze. Ma costoro non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò e, mandate le sue truppe, uccise quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. Poi disse ai suoi servi: Il banchetto nuziale è pronto, ma gli invitati non ne erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze. Usciti nelle strade, quei servi raccolsero quanti ne trovarono, buoni e cattivi, e la sala si riempì di commensali. Il re entrò per vedere i commensali e, scorto un tale che non indossava l’abito nuziale, gli disse: Amico, come hai potuto entrare qui senz’abito nuziale? Ed egli ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti. Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».
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IL COMMENTO DEL PROF.ANTONIO LUISI.
L’abito buono per la grande festa
Il regno di Dio è una festa di nozze alla quale Dio invita tutta l’umanità. Il vangelo di questa domenica ci racconta la storia di un Dio che vuole donare amore all’umanità, un Dio che desidera allacciare con l’ uomo una relazione fatta di amicizia, dialogo e intimità. Ma a questo invito gli uomini rispondono con un netto rifiuto perché troppo superficiali ed egoisti ; è troppo forte, infatti, l’interesse per altri affari ed altre cose. La parabola è chiara: è possibile rifiutare l’invito di Dio, è possibile chiudersi nell’orgoglio e diventare prigionieri della solitudine e dell’infelicità. Può così accadere che la proposta venga accettata da coloro che nessuno vorrebbe avere accanto, durante un banchetto ufficiale; si tratta di poveri ed emarginati che il nostro perbenismo di solito esclude o non considera. Questa gente costituisce una categoria più gradita al Signore perché composta da persone che sanno apprezzare questo dono, persone che hanno saputo indossare il vestito giusto. Si, Gesù ci esorta a fare attenzione al vestito che indossiamo in questo banchetto; esso rivela la nostra identità, la nostra mentalità. E’un simbolo che richiama la serietà del nostro cammino; amare è una cosa seria, significa lasciarsi coinvolgere dall’amore di Dio, significa vivere nell’amore di Dio. Senza cambiamento d’abito, cioè senza la conversione del cuore, senza una nuova personalità, non si può partecipare al banchetto della vita eterna. Dio desidera regalare a tutti una grande festa, ma esige la coerenza di vita, esige da noi una veste nuziale.

Antonio De Pascale

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