PROF.ANTONIO LUISI, DOCENTE DI RELIGIONE CATTOLICA AL LICEO CLASSICO “VIRGILIO” E DIACONO PRESSO LA PARROCCHIA “S.MARIA DELLE GRAZIE” DI MERCATO S.SEVERINO.
IV Domenica di Quaresima ( Lc 15, 11 – 25)
In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro». Ed egli disse loro questa parabola: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da suo padre. Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa.
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IL COMMENTO DEL PROF.ANTONIO LUISI:
Un perdono senza condizioni
La risposta di Gesù alla contestazione dei suoi avversari non è solo una difesa efficace del suo operato ma diviene una stupenda parabola nella quale troviamo i lineamenti meravigliosi del volto di Dio Padre. E’ Lui il vero protagonista di un racconto che ci svela il nostro essere figli di un padre misericordioso che vuole fare festa quando un peccatore si converte. A volte di Dio si sottolinea la potenza, altri proclamano la sua giustizia, Gesù invece è venuto per dirci che il Padre ci ama come ha amato il figlio della parabola: senza condizioni. Un saggio insegnava che non possiamo donare nulla al Signore, tranne una cosa: la gioia di poterci perdonare. Il Signore ci chiede però di convertirci, di cambiare stile di vita. Questo significa rientrare in se stessi, alzarsi e ritornare alla casa del Padre, dove ciò che conta è solo l’amore . Anche noi, allora, come il figlio minore, quando capiamo di aver sbagliato, apriamo il nostro cuore e, coscienti della nostra piccolezza ma sicuri del suo amore, chiediamo il suo perdono e riprendiamo il cammino della nostra vita.
PROF.ANTONIO LUISI, DOCENTE DI RELIGIONE CATTOLICA AL LICEO CLASSICO “VIRGILIO” E DIACONO PRESSO LA PARROCCHIA “S.MARIA DELLE GRAZIE” DI MERCATO S.SEVERINO.