PROF.ANTONIO LUISI, DOCENTE DI RELIGIONE CATTOLICA PRESSO IL LICEO “VIRGILIO” DI MERCATO S.SEVERINO E DIACONO PERMANENTE PRESSO LA PARROCCHIA “S.MARIA DELLE GRAZIE” DI MERCATO S.SEVERINO.
XXXII Domenica del T. O. (Matteo 25,1-13)
“Il regno dei cieli è simile a dieci vergini che, prese le loro lampade, uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le lampade, ma non presero con sé olio; le sagge invece, insieme alle lampade, presero anche dell’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e dormirono. A mezzanotte si levò un grido: Ecco lo sposo, andategli incontro! Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. E le stolte dissero alle sagge: Dateci del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono. Ma le sagge risposero: No, che non abbia a mancare per noi e per voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene. Ora, mentre quelle andavano per comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: Signore, signore, aprici! Ma egli rispose: In verità vi dico: non vi conosco. Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora”.
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IL COMMENTO DEL PROF.ANTONIO LUISI:
PREPARARSI AL GRANDE APPUNTAMENTO.
Nelle ultime domeniche che precedono la fine dell’anno liturgico, il Vangelo vuole aiutarci a vivere e a preparare il nostro incontro col Signore risorto. L’incertezza della data del sicuro ritorno del Signore Gesù esige una vita fatta di attesa e di vigilanza. Dio ha posto nel cuore dell’uomo il desiderio di Lui, questo anelito impone una continua preparazione.La Bibbiaspesso celebra la comunione d’amore uomo – Dio attraverso l’immagine di un gioioso banchetto di nozze. La parabola del vangelo di questa domenica ci invita a far parte di questo banchetto ma anche ad essere preparati, perciò dobbiamo essere attenti a non addormentarci affinché non si affievolisca la nostra lampada della fede e della speranza. La tradizione giudaica vedeva nel simbolo dell’olio, le opere giuste che fanno brillare la lampada della fede, questo significa che dobbiamo alimentare l’olio della nostra fede con una vita coerente, vissuta in comunione con Dio e con i nostri fratelli. Non possiamo arrivare all’appuntamento con il Signore con una lampada spenta, ma abbiamo bisogno di nutrire la sua fiamma con l’amore di Dio e con l’ascolto della sua parola. Bisogna riempire le ore dell’assopimento, con la speranza, con il desiderio e la preghiera. La vigilanza, l’attesa operosa, la premura carica d’amore, l’impegno personale spalancano la porta del banchetto e così godremo per sempre della presenza del Signore.