PROF.ANTONIO LUISI, DOCENTE DI RELIGIONE CATTOLICA AL LICEO CLASSICO “VIRGILIO” E DIACONO PRESSO LA PARROCCHIA “S.MARIA DELLE GRAZIE” DI MERCATO S.SEVERINO.
XVIII Domenica del T. O. (Mt 14,13-21)
In quel tempo, avendo udito [della morte di Giovanni Battista], Gesù partì di là su una barca e si ritirò in un luogo deserto, in disparte.
Ma le folle, avendolo saputo, lo seguirono a piedi dalle città. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, sentì compassione per loro e guarì i loro malati.
Sul far della sera, gli si avvicinarono i discepoli e gli dissero: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare». Ma Gesù disse loro: «Non occorre che vadano; voi stessi date loro da mangiare». Gli risposero: «Qui non abbiamo altro che cinque pani e due pesci!». Ed egli disse: «Portatemeli qui».
E, dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull’erba, prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli, e i discepoli alla folla.
Tutti mangiarono a sazietà, e portarono via i pezzi avanzati: dodici ceste piene. Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini.
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IL COMMENTO DEL PROF.ANTONIO LUISI:
Pane spezzato per gli altri.
Gesù, saputa dell’uccisione del Battista, pensa di tornare a casa. Ma la folla ormai lo conosce, la sua fama lo precede. Allora Gesù mette da parte la prudenza e il buon senso e si mette in ascolto della gente, del desiderio e delle fragilità di ogni uomo. Il miracolo della moltiplicazione del pane e dei pesci ci lascia un segno che esprime un desiderio profondo dell’uomo: il desiderio d’incontrare Dio. L’umanità ha fame, fame che commuove Dio, fame che Dio vede e sazia. Gesù si offre come cibo per tutti, ma chiede la collaborazione degli apostoli, che, di fronte alle parole “voi stessi date loro da mangiare” , vanno in crisi. Quante volte anche noi, di fronte all’invito di Gesù, ci tiriamo indietro perché pensiamo di non essere capaci, di non avere i mezzi, di non avere una fede sufficiente. Ogni scusa diventa buona per aggirare la richiesta. Malgrado ciò, Gesù continua a chiedere il nostro niente per realizzare il tutto. La stessa cosa avviene nell’Eucarestia, dove ci viene chiesto di offrire le briciole, la nostra povertà e inadeguatezza, affinché Cristo trasformi noi e il pane e il vino che offriamo nel suo corpo e nel suo sangue. In questo modo, noi possiamo essere dono di Cristo per i nostri fratelli . L’Eucarestia è un dono prezioso, ma come la viviamo? Siamo veramente capaci di offrire la nostra vita a Lui, per lasciarci trasformare da Lui ?
PROF.ANTONIO LUISI, DOCENTE DI RELIGIONE CATTOLICA AL LICEO CLASSICO “VIRGILIO” E DIACONO PRESSO LA PARROCCHIA “S.MARIA DELLE GRAZIE” DI MERCATO S.SEVERINO.