Il Vangelo di domenica 29/9/2019. Il commento del Prof. Antonio Luisi

XXVI Domenica del T. O. (Lc 16,19-31 )

In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe. Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”. Ma Abramo rispose: “Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”. E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”».

Il commento del Prof. Antonio Luisi:

Imparare a guardare le cose con gli occhi di Dio

Il Vangelo di questa domenica ci pone di fronte un ricco che vive nel lusso ed a cui non manca nulla, ed un povero che, fino alla morte, vive una vita nella miseria. Poi dopo la morte di entrambi la situazione muta perché nell’aldilà il mendicante vive felice mentre il ricco è tormentato e si trova nel bisogno. Con questa parabola Gesù vuole demolire una falsa convinzione di ieri e di oggi: il benessere terreno sarebbe la prova della benedizione divina, come la povertà la prova dell’abbandono e del rifiuto di Dio. Il grande errore dell’uomo consiste nel ritenere riuscita la propria vita e quella degli altri in base ai beni e alle ricchezze possedute e nel compatire chi non possiede nulla. Tuttavia Dio giudica differentemente perché nell’altra vita, i primi saranno gli ultimi e gli ultimi i primi, i potenti messi da parte e i messi da parte diventeranno potenti. Gesù ha continuamente posto in rilievo questo mutamento di situazione con la massima chiarezza. Ma spesso noi non vogliamo crederci e non ci crediamo. Chiediamo al Signore la grazia di un repentino cambiamento di mentalità, la parola di Dio operi in noi il grande miracolo della conversione.

Antonio Luisi

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