IL VANGELO DI DOMENICA 28/8/2011. GESU', PIETRO E LA SALVEZZA ETERNA . IL COMMENTO DEL PROF.ANTONIO LUISI.

Vangelo della XXII domenica del T. O. Mt 16,21-27
Da allora Gesù cominciò a dire apertamente ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei sommi sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risuscitare il terzo giorno. Ma Pietro lo trasse in disparte e cominciò a protestare dicendo: «Dio te ne scampi, Signore; questo non ti accadrà mai». Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Lungi da me, satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!».
Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà. Qual vantaggio infatti avrà l’uomo se guadagnerà il mondo intero, e poi perderà la propria anima? O che cosa l’uomo potrà dare in cambio della propria anima? Poiché il Figlio dell’uomo verrà nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e renderà a ciascuno secondo le sue azioni.
Chi vuole seguire Gesù non avrà una vita più comoda e più semplice degli altri. Spesso la vita del discepolo di Gesù è segnata dall’amarezza e dal sacrificio, il gusto è quello del legno della croce. La tentazione di rimuovere tutto ciò é sempre attuale infatti il vangelo di oggi ci presenta Pietro che dopo aver fatto la sua bella professione di fede viene ripreso severamente da Cristo perché incapace di comprendere il progetto che il maestro sta manifestando ai suoi discepoli .
Pietro deve rinunciare all’idea di un Dio potente e glorioso, per assumere un’altra logica , quella del Dio crocifisso. Deve perciò cambiare mentalità, deve scoprire un Dio che è debole, ma che ama e dona tutto se stesso. Il pericolo di diventare così “pietre d’inciampo” è presente in ogni tempo e riguarda ogni uomo perché è sempre forte la voglia di ottenere il consenso adeguandosi alla mentalità dominante, con l’inevitabile inquinamento della purezza della verità e della giustizia.
Gesù ci rivela gli elementi costitutivi della vera esistenza cristiana: rinnegare se stessi, prendere la propria croce e seguirlo. Perdersi significa rinunciare ad ogni sicurezza personale per abbandonarsi completamente nelle mani di Gesù, cosa difficile da realizzare, se non ci si lascia conquistare dal suo amore.
Il comportamento di Pietro ci spinge a valutare bene quello che ci portiamo dentro:pensiamo secondo Dio o secondo gli uomini? La logica che anima il nostro agire è quella del servizio o quella del successo a qualunque costo e dell’interesse personale?
Il Signore aiuti tutti noi ad accettare la logica della croce, che non è masochismo , ma logica del dono e dell’amore, ingresso autentico ad una vita di gioia e di felicità.

Antonio De Pascale

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