IL VANGELO DI DOMENICA 26/2/2012: I DI QUARESIMA. IL COMMENTO DEL PROF.ANTONIO LUISI.

PROF.ANTONIO LUISI, DOCENTE DI RELIGIONE CATTOLICA PRESSO IL LICEO CLASSICO “VIRGILIO” E DIACONO PERMANENTE PRESSO LA PARROCCHIA “S.MARIA DELLE GRAZIE” DI MERCATO S.SEVERINO.
 
 
I domenica di Quaresima (Dal Vangelo di Marco: 1,12-15)
“Subito dopo lo Spirito lo sospinse nel deserto  e vi rimase quaranta giorni, tentato da satana; stava con le fiere e gli angeli lo servivano. Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù si recò nella Galilea predicando il vangelo di Dio e diceva:  «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo»”.
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IL COMMENTO DEL PROF.ANTONIO LUISI:
 
Il tempo è compiuto
La quaresima è un tempo prezioso che ci prepara alla Pasqua . E’ un cammino nel quale siamo invitati a guardare dentro il nostro cuore per rinnovare la nostra professione di fede in Cristo Gesù. La pagina del Vangelo che la liturgia ci propone, presenta Gesù che viene spinto dallo Spirito nel deserto, dove rimane per quaranta giorni; un tempo ampio, durante il quale viene tentato da Satana. La nostra vita è simile a questo tempo forte che deve sfociare a Pasqua nell’incontro con Cristo Risorto.  Il deserto nella Bibbia assume sempre una doppia valenza: una negativa, perché simbolo del rischio e della tentazione. Questo luogo diviene lo specchio del vuoto interiore, della paura di credere, del senso di ribellione e dell’egoismo nel donarsi. Sullo sfondo emergono il peccato e l’infedeltà dell’uomo. Ma  c’è anche una valenza positiva: il deserto per la tradizione profetica  è anche il luogo dell’intimità, della tenerezza, del fidanzamento tra Dio e l’uomo. Dopo l’arresto di Giovanni, Gesù inizia a proclamare la lieta notizia. La salvezza di Dio è qui, in mezzo a noi e si concretizza con la presenza di Gesù. La risposta dell’uomo deve essere la conversione, che è un cambio di vita, di mentalità, un nuovo modo pensare, quello di Dio.  Questo tempo  deve perciò essere vissuto come dono di grazia che ci viene offerto per liberarci dal superfluo  e ritornare all’essenziale. E’ un tempo per ritrovare la libertà dei figli di Dio attraverso la preghiera, la meditazione e il digiuno. Quest’ultimo da vivere come rinuncia gioiosa  in favore dei poveri. Solo  così questa pia pratica potrà assumere un senso e un valore positivo. Perciò sforziamoci di uscire da noi stessi, dal nostro egoismo, per poter camminare con Cristo, verso la vita, verso la Pasqua eterna.

Antonio De Pascale

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