IL VANGELO DI DOMENICA 22/1/2012: APRIRSI ALLA BUONA NOTIZIA. IL COMMENTO DEL PROF.ANTONIO LUISI.

PROF.ANTONIO LUISI, DOCENTE DI RELIGIONE CATTOLICA PRESSO IL LICEO “PUBLIO VIRGILIO MARONE” E DIACONO PERMANENTE PRESSO LA PARROCCHIA “S.MARIA DELLE GRAZIE” DI MERCATO S.SEVERINO.
 
 
 
III Domenica del Tempo Ordinario   (Mc 1, 14 – 20)
“Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo». Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». E subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedèo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui”.
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IL COMMENTO DEL PROF.ANTONIO LUISI
Aprirsi alla buona notizia
Il vangelo di questa domenica  riporta la prima predica di Gesù, che si reca in Galilea e annuncia : «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo». Gesù vuol farci capire che con la sua venuta la storia della salvezza ha raggiunto il suo compimento e nello stesso tempo c’invita a cogliere  questa occasione che ci viene offerta da Dio. Siamo invitati perciò a cambiare direzione alla nostra vita,  all’intervento di Dio deve corrispondere il nostro impegno a mutare totalmente la nostra mentalità e le nostre scelte morali. Siamo invitati ad abbandonare le nostre certezze umane, per aprirci  alla novità di Dio. Questa novità è il vangelo, la persona stessa  di Gesù. Lui è la salvezza, la grazia  e la felicità di Dio. Ci chiede la fede,  ci chiede la fiducia nella sua parola. La vera fede è adesione totale a questo Dio che ci salva e che si manifesta nella  parola e nella persona di Gesù. Egli cammina e chiama Pietro e Andrea, Giovanni e Giacomo  e indica quale sarà il futuro di questi discepoli, ma nello stesso tempo indica anche a noi cosa significa essere cristiani: mettersi in cammino, uscire da noi stessi per andare dietro a Lui.

Antonio De Pascale

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