PROF.ANTONIO LUISI, DOCENTE DI RELIGIONE CATTOLICA AL LICEO CLASSICO “VIRGILIO” E DIACONO PRESSO LA PARROCCHIA “S.MARIA DELLE GRAZIE” DI MERCATO S.SEVERINO.
XXIX Domenica del Tempo Ordinario (Dal Vangelo secono Marco: 10, 35 – 45)
E gli si avvicinarono Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: «Maestro, noi vogliamo che tu ci faccia quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: «Concedici di sedere nella tua gloria uno alla tua destra e uno alla tua sinistra». Gesù disse loro: «Voi non sapete ciò che domandate. Potete bere il calice che io bevo, o ricevere il battesimo con cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse: «Il calice che io bevo anche voi lo berrete, e il battesimo che io ricevo anche voi lo riceverete. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato». All’udire questo, gli altri dieci si sdegnarono con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù, chiamatili a sé, disse loro: «Voi sapete che coloro che sono ritenuti capi delle nazioni le dominano, e i loro grandi esercitano su di esse il potere. Fra voi però non è così; ma chi vuol essere grande tra voi si farà vostro servitore, e chi vuol essere il primo tra voi sarà il servo di tutti. Il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».
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IL COMMENTO DEL PROF.ANTONIO LUISI:
La chiesa comunità al servizio degli uomini.
La risposta di Gesù alla domanda ambiziosa dei due apostoli svela il significato profondo della sua missione salvifica e la natura della Chiesa. Secondo Marco il nostro è un mondo di schiavi e Gesù non è venuto a liberarci, trasformandosi insieme alla sua Chiesa, in un nuovo padrone o in un re benefattore, ma ha assunto la condizione del servo. Cristo annuncia il riscatto dell’umanità da una prigionia da cui è incapace di liberarsi. Il prezzo è il suo sangue, espressione di un amore supremo. La Chiesa, seguendo il suo esempio, ad una religiosità trionfalistica, deve preferire la regola del sacrificio e della donazione; l’autorità è concepita come un servizio e non un prestigio, per cui chi in essa ha una funzione di responsabilità si china e si mette a servire per aiutare efficacemente ogni uomo a liberarsi dalle forze ostili che lo opprimono. Lasciamoci conquistare dall’amore di Gesù che si dona a ciascuno di noi nell’Eucarestia, affinché possiamo metterci volentieri al servizio dei fratelli.