IL VANGELO DI DOMENICA 19/2/2012: CRISTO SALVA L'UOMO NELLA SUA TOTALITA'.

PROF.ANTONIO LUISI, DOCENTE DI RELIGIONE CATTOLICA AL LICEO “VIRGILIO” E DIACONO PERMANENTE PRESSO LA PARROCCHIA “S.MARIA DELLE GRAZIE” DI MERCATO S.SEVERINO.
 
 
VII Domenica del Tempo Ordinario (Marco 2,1-12)
 
“Ed entrò di nuovo a Cafarnao dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa  e si radunarono tante persone, da non esserci più posto neanche davanti alla porta, ed egli annunziava loro la parola. Si recarono da lui con un paralitico portato da quattro persone. Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dov’egli si trovava e, fatta un’apertura, calarono il lettuccio su cui giaceva il paralitico.  Gesù, vista la loro fede, disse al paralitico: «Figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati». Seduti là erano alcuni scribi che pensavano in cuor loro:  «Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può rimettere i peccati se non Dio solo?». Ma Gesù, avendo subito conosciuto nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: «Perché pensate così nei vostri cuori?  Che cosa è più facile: dire al paralitico: Ti sono rimessi i peccati, o dire: Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina?  Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di rimettere i peccati,  ti ordino – disse al paralitico – alzati, prendi il tuo lettuccio e va’ a casa tua». Quegli si alzò, prese il suo lettuccio e se ne andò in presenza di tutti e tutti si meravigliarono e lodavano Dio dicendo: «Non abbiamo mai visto nulla di simile!».
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IL COMMENTO DEL PROF.ANTONIO LUISI:
 
Cristo salva l’uomo nella sua totalità
Al vertice della liturgia della parola di questa domenica c’è il dono prezioso del perdono di Dio che ha il suo segno simbolico nell’episodio della guarigione del paralitico. Accanto all’attenzione concreta di Gesù nei confronti della malattia e della sofferenza, questa volta emerge il suo potere di perdonare i peccati. La guarigione fisica diviene così il segno della guarigione del cuore dell’uomo. Perdonare, infatti, non significa solo dimenticare, ma soprattutto strappare l’uomo al peccato e ridonargli la possibilità di una vita nuova, di ricominciare di nuovo. Questo è il miracolo che oggi il Signore vuole compiere per noi. Nel raccontare l’episodio  l’ evangelista presenta ai credenti anche un segno della divinità di Gesù: il perdonare i peccati  è un potere che appartiene solo a Dio . Ma il perdono esige anche la collaborazione dell’uomo, le quattro persone che sorreggono la barella sono lì a ricordarcelo. I Padri della Chiesa sostenevano che ognuno di noi ha quattro persone che lo possono portare a Gesù, queste persone sono i quattro evangelisti.  A noi  il compito di lasciarci accompagnare dalla parola del Vangelo all’incontro con Lui.

Antonio De Pascale

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