Il Vangelo di domenica 16/9/2018. Il commento del Prof. Antonio Luisi

Prof. Antonio Luisi, Docente di religione cattolica al Liceo classico “Virgilio” e Diacono presso la Parrocchia “S. Maria delle Grazie” di Mercato S. Severino
 
XXIV Domenica del T. O. ( Marco 8,27-35)
 Poi Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo; e per via interrogava i suoi discepoli dicendo: «Chi dice la gente che io sia?». Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista, altri poi Elia e altri uno dei profeti».  Ma egli replicò: «E voi chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». E impose loro severamente di non parlare di lui a nessuno. E cominciò a insegnar loro che il Figlio dell’uomo doveva molto soffrire, ed essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, poi venire ucciso e, dopo tre giorni, risuscitare.  Gesù faceva questo discorso apertamente. Allora Pietro lo prese in disparte, e si mise a rimproverarlo.  Ma egli, voltatosi e guardando i discepoli, rimproverò Pietro e gli disse: «Lungi da me, satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini». Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro di me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del vangelo, la salverà.
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Il commento del Prof. Antonio Luisi:
Seguirlo portando la croce
“ Voi chi dite che io sia?”. Primo o poi dovremo rispondere a questo interrogativo, svelando ciò che ci portiamo dentro e quelle che sono le nostre reali aspettative.  Gesù prevede la croce come punto d’arrivo della sua missione, Egli non sarà un messia trionfante, regale e glorioso.  Così alla tentazione del potere e dell’orgoglio, viene opposta la via della donazione e dell’amore, fino all’estremo sacrificio; al  desiderio di proteggere se stessi  ed essere arbitri assoluti del proprio destino, viene sostituita la gioiosa libertà del mettere a disposizione degli altri ciò che si è e che si ha.  Il duro rimprovero  che Gesù rivolge a Pietro, che non  si rassegna a questa logica di Dio, costituisce un severo richiamo per ciascuno di noi.  Non basta credere in Gesù nonostante la croce, bisogna seguirlo portando la croce. Chiediamo, alla luce del Vangelo di questa domenica, la grazia di  saper accogliere non solo le gioie, ma anche le inevitabili  croci  di ogni giorno e di abbandonare  una religiosità comoda e retorica, perché solo in questo modo comprenderemo meglio il segreto di Gesù.
Prof. Antonio Luisi, Docente di religione cattolica al Liceo classico “Virgilio” e Diacono presso la Parrocchia “S. Maria delle Grazie” di Mercato S. Severino

Antonio De Pascale

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