PROF.ANTONIO LUISI, DOCENTE DI RELIGIONE CATTOLICA AL LICEO CLASSICO “VIRGILIO” E DIACONO PRESSO LA PARROCCHIA “S.MARIA DELLE GRAZIE” DI MERCATO S.SEVERINO.
XXVIII Domenica del T. O ( Lc 17,11-19)
Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samarìa e la Galilea. Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati. Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano. Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». E gli disse: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!».
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IL COMMENTO DEL PROF.ANTONIO LUISI:
Andare oltre i segni.
In viaggio attraverso la Galilea e la Samaria, Gesù guarisce dieci lebbrosi che gli vengono incontro. Solo uno di loro torna indietro, quello che ha disubbidito all’ordine di presentarsi al sacerdote per essere nuovamente ammesso nella comunità civile e religiosa. Gesù ne tesse le lodi perché è stato l’unico che ha dato gloria a Dio, l’unico che ha capito che la liberazione da tutte le forme di “non vita” viene dalla sua parola, dal dono gratuito del Padre. Gli altri lebbrosi, giudei preparati dai profeti, non ci sono arrivati perché la loro fede era ancora attaccata all’esteriorità, alla guarigione. La fede vera, invece, va oltre i segni e ci conduce al Dio vivente. Con la sua parola, Gesù continua a prendersi cura di noi mentre siamo in cammino su questa terra. Se avremo fede in questa parola, tutte le forme di malattia che portiamo in noi, verranno curate.