IL VANGELO DI DOMENICA 12/2/2012: GESU' VERO LIBERATORE DAL MALE. IL COMMENTO DEL PROF.ANTONIO LUISI.

PROF.ANTONIO LUISI, DOCENTE DI RELIGIONE CATTOLICA AL LICEO CLASSICO “PUBLIO VIRGILIO MARONE” E DIACONO PERMANENTE PRESSO LA PARROCCHIA “S.MARIA DELLE GRAZIE” DI MERCATO S.SEVERINO.
 
 
 
 
VI  Domenica del Tempo Ordinario  (Dal Vangelo di Marco: 1,40-45)
“Allora venne a lui un lebbroso: lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi guarirmi!».  Mosso a compassione, stese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, guarisci!».  Subito la lebbra scomparve ed egli guarì.  E, ammonendolo severamente, lo rimandò e gli disse:  «Guarda di non dir niente a nessuno, ma va’, presentati al sacerdote, e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha ordinato, a testimonianza per loro».  Ma quegli, allontanatosi, cominciò a proclamare e a divulgare il fatto, al punto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma se ne stava fuori, in luoghi deserti, e venivano a lui da ogni parte.
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IL COMMENTO DEL PROF.ANTONIO LUISI:
 
Gesù Cristo, vero liberatore dal male
Ancora un miracolo di Gesù al centro del Vangelo di questa domenica.  Gesù incontra un lebbroso che in ginocchio implora la guarigione. La malattia nell’antico Israele era considerata una punizione per un peccato, la lebbra escludeva il malato dalla comunità civile e religiosa. Eppure, Gesù va oltre queste leggi e compie il miracolo, va incontro a questo lebbroso che gli chiede la guarigione e gliela concede benevolmente. La parola di Dio odierna, vuole aprirci il cuore alla speranza, per cui occorre affidarsi a Cristo, vero liberatore dal male, ponendo nelle sue mani la nostra lebbra interiore. Oggi  è molto raro imbattersi in un lebbroso, poiché la malattia, specie in Europa, è stata debellata da secoli, ma ce ne sono  altre che ci fanno paura. Tante persone, infatti, sono malate non solo nel corpo, ma soprattutto nello spirito, per cui  hanno bisogno che qualcuno passi nella loro vita per annunciare l’amore, la misericordia e la speranza di Dio. Quante persone oggi sono schiacciate dal loro peccato, dagli errori e si sentono giudicate, quante persone hanno bisogno di sentire le parole: «Lo voglio, guarisci!» . Oggi questa malattia  ha nomi e volti diversi, ma come cristiani siamo chiamati, sull’esempio di Gesù, a farci “prossimo” di chi soffre, sporcandoci le mani e, nello stesso tempo, pregando l’unico Signore di  portare la guarigione e la liberazione.

Antonio De Pascale

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