XV Domenica T. O. ( Mt 13,1-9)
Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia. Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti».
Il commento del Prof. Antonio Luisi:
Una Parola da accogliere
La parabola del seminatore è una delle più suggestive fra quelle narrate da Gesù. Protagonista è il seme, immagine della Parola e delle sue vicissitudini. Quando questo seme entra nella storia dell’uomo, abbiamo due reazioni: da una parte l’apparente fallimento che caratterizza gran parte della semina, dall’altra la sorprendente abbondanza che sboccia dalla minoranza dei semi nel terreno fertile. il Signore vince a dispetto di tutte le apparenze e di tutte le interferenze e opposizioni che l’uomo possa frapporre e con questa parabola ci esorta ad avere fiducia e speranza nel regno di Dio e nella sua forza che spesso si nasconde sotto le sembianze della debolezza e dell’insuccesso. Il compito dell’evangelizzatore è quello di seminare, chi ha ricevuto questa missione deve rischiare e saper attendere. Auguriamoci a vicenda di essere terreni fertili e fruttuosi per la parola di Dio che ogni giorno ci viene donata.