IL VANGELO DI DOMENICA 10/6/2012: SOLENNITA' DEL CORPO E SANGUE DI CRISTO. IL COMMENTO DEL PROF.ANTONIO LUISI.

PROF.ANTONIO LUISI, DOCENTE DI RELIGIONE CATTOLICA AL LICEO CLASSICO “VIRGILIO” E DIACONO PRESSO LA PARROCCHIA “S.MARIA DELLE GRAZIE”.
 
 
Solennità del Corpo e Sangue di Cristo  (Mc 14,12-26)
Il primo giorno degli Azzimi, quando si immolava la Pasqua, i suoi discepoli gli dissero: «Dove vuoi che andiamo a preparare perché tu possa mangiare la Pasqua?».  Allora mandò due dei suoi discepoli dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d’acqua; seguitelo  e là dove entrerà dite al padrone di casa: Il Maestro dice: Dov’è la mia stanza, perché io vi possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?  Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala con i tappeti, già pronta; là preparate per noi».  I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono per la Pasqua.  Mentre mangiavano prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo».  Poi prese il calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse: «Questo è il mio sangue, il sangue dell’alleanza versato per molti.  In verità vi dico che io non berrò più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo nel regno di Dio». E dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.
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IL COMMENTO DEL PROF.ANTONIO LUISI:
 
Per sempre con noi
Con la Solennità del Corpo e Sangue di Cristo la Chiesa celebra  il desiderio  di Gesù di essere sempre con noi per condividere le nostre gioie e le nostre speranze.  Sullo sfondo di questa festa c’è la Pasqua del popolo d’Israele, che faceva memoria delle meraviglie di Dio in favore degli antichi padri e nello stesso tempo rinnovava le sua fede in quel Dio liberatore. Nel contesto dell’ultima cena, Gesù offre se stesso in sacrificio e attraverso i segni del pane e del vino, annuncia la sua morte per darci la vita. Gesù diviene la vittima il cui sangue, sigilla un patto non solo con il popolo d’Israele, ma con l’umanità intera. Come per vivere abbiamo bisogno di nutrirci, così il cristiano non può vivere senza Cristo;  oggi come in ogni tempo, abbiamo bisogno della comunione con Lui che, risorto e asceso al Padre, rimane con noi attraverso l’Eucarestia. Non dobbiamo sciupare questo grande dono,  non lasciamoci travolgere dalla freddezza e dall’indifferenza, ma amiamo l’Eucarestia, amiamo questo incontro intimo con Cristo come una necessità quasi fisica, irrinunciabile, perché è l’incontro che ci dona vita, pace e gioia.

Antonio De Pascale

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