Prof. Antonio Luisi, Docente di religione cattolica al Liceo classico “Virgilio” e Diacono presso la Parrocchia “S. Maria delle Grazie” di Mercato S. Severino
V domenica del T. O. ( Lc 5, 1 -11)
In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca. Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare. Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.
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Il commento del Prof. Antonio Luisi:
Fidarsi della parola di Dio
Il brano del Vangelo di questa domenica ci presenta la storia della vocazione di Pietro che rinuncia alla sua esperienza di pescatore e si fida di Gesù. L’episodio diviene così una stupenda lezione sulla fede, che deve animare tutti coloro che hanno il compito di lavorare per il regno di Dio. Il Signore potrebbe fare tutto da solo, ma vuole aver bisogno degli uomini per portare il suo amore a tutti. Vuole avere bisogno della nostra voce, della nostra forza e del nostro tempo, chiedendoci un gesto di fiducia e di non contare esclusivamente sulle nostre capacità. E’ una lezione anche per la Chiesa nel momento in cui abili strategie e progetti non producono alcun risultato concreto. A noi spetta il compito di ubbidire, lavorare e sperare con la consapevolezza che Dio darà un raccolto inaspettato e improvviso. Che il Signore ci aiuti a capire che possiamo diventare grandi solo se lasciamo fare a Dio, dopo aver sperimentato il nostro fallimento.