Martedì 28 aprile 2020
Dott. Corrado Caso, Medico, Giornalista e Ufficiale di Repubblica
C’è un filo rosso che lega l’Italia dal nord alle ultime regioni meridionali. Ha i granuli della Passione, il rosario dei misteri del dolore vissuto sulle strade del dovere e della carità. Carità… carità e misericordia nel pensiero e nell’insegnamento di Paracelso; carità dolorosa architrave dai molteplici aspetti, anima incarnata che ha visto il sacrificio e l’impegno consapevole del pericolo, la paura legittima di tanti colleghi medici e infermieri riversi sui letti della sofferenza.
Si andava a mani nude per le case. Si andava incontro a un virus del quale non si conosceva neppure l’esistenza e l’arroganza nel dare morte. Dell’impegno quotidiano del medico di famiglia, non si tenne in debito conto il rischio. Eppure, ci raccontavamo di una montante polmonite che spiazzava le più ottimistiche previsioni. Il tutto suggellato in qualche giornale di settore e on-line come semplice complicanza di un epidemia influenzale più cattiva delle precedenti e che aveva coinvolto un maggior numero di persone, soprattutto, anziane e di soggetti non vaccinati. Così correva Novembre.
Dicembre contò per noi i giorni fino alla notte del 31. Al suono della mezzanotte fu come sempre un abbraccio corale, un’esplosione di colori e un fiume di bollicine che mettevano euforia. Le piazze del mondo divennero stadi di calcio che incoraggiavano l’entrata in campo del nuovo anno.
Fu allora che mi chiesi se rispondesse a una statistica o a una favola metropolitana che un anno bisestile fosse un anno molesto o secondo un altro detto un anno “porcile”. A carnevale, tragicamente, i porci indossarono la maschera di pipistrelli. Volarono disorientati, senza la guida vigile del loro radar e aggredirono gli ostacoli che incontravano fino a precipitare nei polmoni di gente indifesa.
Le pandemie sono fatti inattesi, improvvisi. Oscure imboscate alle quali siamo da sempre impreparati. Il dito ipertrofico della scienza e della tecnologia capì in ritardo, sorpreso dai suoi stessi limiti. Caddero in una lotta fatale medici e infermieri e medici di famiglia in prima linea nelle famiglie.
Santa Prassede, ancora una volta, raccoglie il sangue degli agonizzanti in camice bianco, conservandolo gelosamente in una spugna come reliquia di martiri, una testimonianza per la storia futura. Sul chiacchiericcio di politici e giornalisti prevale un canto corale, una bandiera, una preghiera che sale con Papa Francesco, in questo tempo di pioggia e oscurità, la via del Calvario fino alla croce di Cristo.
Dott. Corrado Caso, Medico, Giornalista e Ufficiale di Repubblica