AMBIENTE. Ratificata la COP21 di Parigi, inizia il count-down per l'entrata in vigore della stessa.

Antonio De Crescenzo, Energy Manager

Il tutto in attesa della COP22 che si terrà a Marrakech (Marocco). Ne parla Antonio De Crescnezo, Enery Manager e Coordinatore del Paes nella Valle.
 
 
 
 
 
 
ANTONIO DE CRESCENZO, ENERGY MANAGER E COORDINATORE DEL “PAES” NELLA VALLE, PIANO DI AZIONE ENERGIA SOSTENIBILE.
Come prevedibile, questi primi giorni di ottobre, sono stati utilizzati dai governi che hanno sottoscritto l’accordo COP21 a Parigi per ufficializzare le ratifiche e depositarle così da raggiungere e superare le soglie stabilite a Parigi. Le soglie previste sono “almeno “ 55 Paesi, rappresentanti almeno il 55% delle emissioni globali. La Cop22 aprirà i lavori il 7 novembre    ( Marrakech   7 – 18 novembre ) e gli  accordi presi  a Parigi entreranno in vigore 30 giorni dopo il raggiungimento ufficiale delle soglie. L’UE si è prodigata per veicolare le Nazioni verso l’attuazione degli accordi (CMA1 ). In occasione della Cop22, si potrà svolgere la prima sessione della Conferenza delle Parti aderenti all’accordo di Parigi 2015. I singoli stati membri, hanno ora la possibilità di ratificare l’accordo.L’ EU ha rischiato di essere esclusa dalla prima seduta del CMA in cui potrebbero essere prese decisioni importanti.
L’ ITALIA ha approvato il disegno di Legge di ratifica ed esecuzione e la partecipazione alla prima capitalizzazione del “Green Climate  Found “ con 50 milioni di euro/anno  fino al   2018 (150 ml ).Il tutto passa ora al Parlamento per l’approvazione finale.
Se, da un lato, l’Italia è stata piuttosto lenta nell’ approdare alla ratifica degli accordi di Parigi, dall’altro dobbiamo prendere atto che la suddivisione tra gli stati membri dell’obiettivo di riduzione delle emissioni di gas serra, fissato per l’UE al 2030, ci penalizza.
In base alla proposta presentata dalla Commissione, l’Italia risulterebbe avere un acceso molto ridotto ai meccanismi di flessibilità rispetto agli obiettivi ed inoltre il nostro paese sarebbe l’unico con il PIL al di sotto della media europea, al quale verrebbe assegnato un target superiore alla media dell’UE nonostante siamo tra le poche nazioni ad aver già raggiunto l’obiettivo fissato per il 2020 in termini di riduzioni di emissioni.
Ritengo che abbiano influito alcuni fattori sulla corsa fatta dall’UE per ratificare gli accordi sottoscritti a Parigi: per prima cosa, la posizione degli USA che affrontano le presidenziali, una eventuale affermazione di Donald Trump la cui posizione non è decisamente allineata con quella dei governi che hanno sottoscritto gli accordi di Parigi, poteva significare una retromarcia degli USA facilitata dalla mancata  entrata in vigore degli obiettivi posti a Parigi; ritengo che, l’Unione Europea, abbia bruciato le tappe poiché mancava molto poco in termini percentuali al raggiungimento della soglia di adesioni e, arrivare dopo, non aveva lo stesso significato o, per esser più espliciti, non avremmo avuto la possibilità di sederci al tavolo delle decisioni dal primo momento;
infine, l’UE si è posta nella posizione di poter fare la parte del supereroe che  salva tutti, permettendo di giungere alla  COP22 con gli accordi diventati operativi,  ma in realtà fra gli stessi stati membri ci sono posizioni non perfettamente allineate, come ad esempio la Polonia.
L’importanza politica e simbolica dell’accordo di Parigi, è superiore alla sua importanza pratica. Il testo coinvolge paesi emergenti e paesi sviluppati; inoltre, è previsto un meccanismo di verifica e di rinnovo degli impegni presi singolarmente dalle nazioni; per la prima volta, si fissa ufficialmente l’obiettivo di contenere il riscaldamento entro i 2 gradi per la fine del secolo.
La ratifica dell’accordo è il presupposto che può essere decisivo per cambiare le politiche ambientali, ma, per contrastare il ”global warming”, c’è bisogno di un’azione incisiva e ”rapida”. La firma dell’accordo di Parigi entra nella storia come un passo importante negli sforzi climatici globali, anche le temperature planetarie e gli impatti climatici stanno scrivendo un pezzo di storia del Pianeta. Il mese di marzo è stato più caldo che mai, dopo 11 mesi consecutivi di temperature record. Una delle peggiori siccità ha colpito l’Africa orientale e meridionale: il 93% della Grande Barriera Corallina, è stata colpita dallo sbiancamento dei coralli e la calotta glaciale della Groenlandia sta affrontando una stagione anticipata di fusione dei ghiacci, con temperature record che hanno sfiorato i 20°C sopra la media.
ANTONIO DE CRESCENZO, ENERGY MANAGER E COORDINATORE DEL “PAES” NELLA VALLE, PIANO DI AZIONE ENERGIA SOSTENIBILE.
Per contattare Antonio De Crescenzo, inviare un’email a:      a.decrescenzo.em@gmail.com

Antonio De Pascale

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