AMBIENTE. Overshootday 2017 :

Antonio De Crescenzo

il 2 Agosto le risorse rinnovabili saranno finite. Ne parla Antonio De Crescenzo, Energy Manager.
 
 
 
 
 
Venerdì 28 luglio 2017
Overshootday2017 : il 2 Agosto le risorse rinnovabili saranno finite
Dal 3 agosto scatta il debito ecologico a livello globale ed entrerà in gioco la Word Bank.
Nel preciso istante in cui superiamo il punto di equilibrio tra ciò che utilizziamo e ciò che si rinnova, scatta il debito ambientale, ovvero la cambiale che giriamo ai nostri figli. Il 2 agosto  sarà l’Earth Overshoot Day 2017, il Giorno del Superamento delle Risorse della Terra, ovvero la data in cui la richiesta di risorse naturali da parte dell’umanità supera la quantità di quanto la Terra è in grado di generare nello stesso anno.  Anno dopo anno, questo giorno si anticipa sul calendario: siamo passati dal 28 novembre del 1975, alla fine di settembre del 1997 per giungere all’8 agosto del 2016, ora siamo al 2. Questo significa che, gli abitanti del pianeta, consumano il “capitale naturale” in un tempo sempre più ristretto rispetto al passato e, soprattutto, molto più velocemente di quanto servirebbe alla Terra per riprodurlo.
Questa è la notizia molto preoccupante che arriva  dal Global Footprint Network. Il GFN è un’organizzazione internazionale orientata alla promozione della sostenibilità ambientale attraverso lo strumento della contabilità economica. Tutti gli anni viene calcolato il giorno in cui le attività portate avanti dalla popolazione mondiale, esauriscono le risorse a disposizione per 1 anno solare.
La popolazione mondiale dispone di una sorta di budget di risorse da consumare che verranno rigenerate l’anno successivo dal Pianeta.
Il Global Footprint Network lancia un allarme perché sembra che i governanti del Mondo non siano influenzati dalla situazione. Anche chi non è un professionista della contabilità economica ambientale, noterebbe la gravità della situazione.
Le generazioni future avranno a disposizione molte meno risorse, poiché le stiamo consumando senza dare il tempo alla natura di rigenerarle.
Dal Presidente del Global Footprint Network, Mathis Wackernagel, arriva un segnale: “se riuscissimo a spostare questa giornata di 4,5 giorni, entro il 2050 le generazioni future gioverebbero di questo impegno. Si dovranno eliminare gli sprechi di cibo, la dissipazione delle risorse idriche ed energetiche, utilizzare la tecnologia con le energie rinnovabili”.
Oggi l’umanità sta usando le risorse a propria disposizione ad un ritmo 1,7 volte superiore rispetto alla capacità di rigenerazione degli ecosistemi. In altre parole, è come se servissero 1,7 pianeti Terra per soddisfare il consumo attuale di risorse naturali.
Dove sono le promesse sulla sostenibilità delle politiche adottate dalle varie nazioni?. Che fine hanno fatto le dichiarazioni di Parigi (2015) e poi di Marrakech (2016) e tutte quelle rilasciate nei mesi scorsi  alla fine degli incontri sull’ambiente?
La verità è che  i fatti non sono serviti a molto, anzi la situazione, anno dopo anno, continua a peggiorare. Se anche i vari paesi smettessero di sfruttare eccessivamente le risorse a disposizione, per poter tornare a parlare di “sostenibilità” sarebbe necessario invertire questa tendenza. E, anche questo, sarebbe un processo lungo: se si riuscisse a ridurre lo  spreco di risorse naturali e se  gli stati riuscissero a posticipare l’Overshoot Day di 4,5 giorni ogni anno, per ritornare ad utilizzare le risorse della Terra in modo “sostenibile”, sarebbe necessario attendere il 2050. Per raggiungere questo risultato, sarebbe necessario smetterla con i discorsi generici, sarebbe indispensabile agire concretamente e cominciare a effettuare interventi più radicali per ridurre i danni sempre maggiori causati all’ambiente e alle risorse naturali.
“La sola componente di anidride carbonica dell’impronta ambientale è più che raddoppiata dagli inizi degli anni ’70 e rimane la componente che cresce più rapidamente, contribuendo così al divario tra l’Impronta Ecologica e la biocapacità del pianeta”, ha dichiarato Wackernagel. “Per raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi sul clima, l’umanità dovrebbe uscire dall’economia dei combustibili fossili prima del 2050, contribuendo già di gran lunga a risolvere il problema dell’umanità relativo al superamento delle risorse”.
Un aumento della popolazione, ad esempio, comporta un maggior fabbisogno agroalimentare. Ma, questo ha un impatto enorme sulle risorse idriche del pianeta (basti pensare che già oggi circa il 70 per cento dell’acqua dolce della Terra è destinato a questo settore) e sulla superficie da destinare all’agricoltura. Le scelte circa il tipo di alimentazione, i prodotti da coltivare e gli animali da allevare, sono fondamentali per rendere “sostenibile” o meno la crescita demografica.
Ognuno di noi può contribuire riducendo il proprio impatto ambientale. Lo spreco alimentare in Italia vale 10 milioni di tonnellate di cibo all’anno; la riduzione degli sprechi alimentari in tutto il mondo del 50%, farebbe posticipare l’OD di 11 giorni.
La diminuzione delle emissioni di Co2 in atmosfera, contribuisce a posticipare l’O D. Negli ultimi 3 anni, le emissioni di Co2 si sono stabilizzate grazie all’impegno di tutti i paesi che hanno sottoscritto e ratificato Parigi 2015. La Green Economy ha sortito un primo effetto e non ha bloccato la crescita del Pil, attestatosi in questi tre anni al 3%. Nonostante l’ America di Trump abbia rinnegato gli accordi di Parigi 2015, tutte le altre nazioni stanno confermando e rafforzando gli impegni per far sì che la decarbonizzazione sia raggiunta.

Antonio De Pascale

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