Ne parla Antonio De Crescenzo, Energy Manager.
Giovedì 6 luglio 2017
ANTONIO DE CRESCENZO, ENERGY MANAGER
Impossibile continuare a parlare di sviluppo smart delle città italiane senza porsi degli obiettivi in termini di sostenibilità, sia essa di natura economica, ambientale o sociale.
Le applicazioni smart da avviare sui nostri territori, devono fare i conti oltre he ccon 4,5 milioni di persone che vivono in condizione di povertà assoluta, anche con 15 ragazzi su 100 che smettono di studiare dopo aver conseguito la licenza media ed ancora con 9 persone su 100 che vivono in condizione di sovraffollamento abitativo. La qualità dell’aria è stata responsabile lo scorso anno di quasi 60 mila morti premature ed oltre 50mila persone vivono in comuni capoluogo con un elevato rischio di dissesto idrogeologico, soprattutto di inondazione. Questi sono i numeri che, nei prossimi anni, sotto la spinta dei progetti smart, devono cambiare.
Gli obiettivi di sviluppo sostenibile fissati dall’ONU per il 2030, sono racchiusi in queste cifre; se i nostri progetti miglioreranno questi dati, avremo avviato un processo di trasformazione SMART per il nostro territorio; in caso contrario, assisteremo al solito copione che prevede progetti su progetti dall’esoso costo economico e sociale ma dalla bassa remunerazione in sostenibilità.
Le città giocano un ruolo centrale, poiché sono il livello territoriale nel quale si addensano i problemi di natura sociale ed economica. Quando si parla di lotta al cambiamento climatico, di povertà, di mobilità sostenibile, di consumo di suolo, di sicurezza, le politiche locali e gli investimenti dei singoli comuni sono fondamentali.
Ecco alcuni indicatori che ci aiutano a capire in che direzione vanno le nostre città e, soprattutto, quanto sono lontane dai traguardi fissati dall’ONU al 2030 .
Mobilità sostenibile. Prioritario tra gli indicatori di mobilità sostenibile, è il Trasporto Pubblico Locale, ma l’offerta di posti-km TPL pro-capite è in peggioramento in tutto il Paese. Il comune di Milano è quello che se la cava meglio, al primo posto (14,7). Ancora Milano è leader per dotazione di veicoli in sharing, sia automobili che biciclette, servizi che mancano ancora in molte città (car sharing a postazione fissa presente solo in 24 Comuni capoluogo e bike sharing in 60). Per le zone a traffico limitato Milano è preceduta da Bergamo, prima in Italia con 14,3 km2 di ZTL.
Polveri sottili. Il valore giornaliero di PM10 è stato superato in 45 aree urbane (dati Ispra 2015). Le situazioni più critiche si sono verificate a Frosinone, Pavia, Vicenza, Milano e Torino, mentre le città “virtuose” sono Livorno, Siena, La Spezia, Bolzano, Macerata, Trapani, Sassari.
Energia. Le città che consumano più energia elettrica (dati Terna) sono Cagliari, Sassari e Oristano e Aosta (oltre 1200 kwh per abitante), le più attente a evitare sprechi sono Matera, Trento, Andria, Foggia e Terni (non si superano gli 870 kwh per abitante).
Raccolta differenziata. I comuni capoluogo si caratterizzano per valori di produzione pro capite di rifiuti generalmente superiori alla media nazionale (488 kg/abitante per anno) e contribuiscono per quasi il 29% al totale della raccolta differenziata nazionale. Treviso, Pordenone, Mantova, Belluno e Trento raccolgono in differenziata oltre il 70% dei rifiuti urbani; al contrario a Isernia, Messina, Siracusa, Palermo e Enna si differenzia meno del 10% dei rifiuti.
Povertà e abbandono scolastico. Nei comuni capoluogo vive il 7,2% di chi non dispone delle risorse primarie per il proprio sostentamento; Roma e le città del Sud registrano tassi di contribuenti che dichiarano un reddito inferiore a 10.000 euro nel 2015 molto più alti della media. Critici i livelli di abbandono scolastico a Caltanissetta (41,7%), Palermo (40,1%), Catania (38,6%) e Prato (38,5%), mentre le città con minore dispersione scolastica sono Benevento (14,3%), Frosinone (15,1%), Ancona (15,5%), Perugia (17,8%) e Isernia (17,9%).
Le nostre città devono imparare ad usare al meglio la tecnologia per sostenere importanti cambiamenti sociali.
Le città per essere veramente intelligenti devono sposare modelli comportamentali che preservino il territorio e lo rendano sostenibile, solo così potremo vincere la sfida e dimostrarci SMART.