Favorevoli Amabile, Valiante, Pisapia. Contrari Rescigno e Gismondi. Attendista Romano. Il dibattito si è aperto dopo che il Commissario per la spending review, Cottarelli, ha asuspicato una riduzione del numero dei Comuni in Italia. I dettagli.
Martedì 28 ottobre 2014
VALLE DELL’IRNO.Fino al 1810, anno in cui vennero istituiti gli attuali Comuni, c’era lo “Stato” di S.Severino, che comprendeva gli attuali Comuni di Mercato S.Severino, Baronissi, Fisciano e Calvanico. Ma, l’idea di dar vita ad un’unico grande Comune della Valle dell’Irno, non è mai scomparsa del tutto. Il là alla ripresa del discorso, lo offre la recente dichiarazione di Carlo Cottarelli, Commissario alla spending review, il quale ha detto che “gli 8.000 Comuni italiani sono troppi. Bisognerebbe pensare ad una riduzione che renda più facile il coordinamento”.
L’anno scorso, i vicini Comuni di Montoro Inferiore e Montoro Superiore (Avellino), si sono uniti con un referendum popolare.
Se l’ipotesi diventasse realtà con la nascita dell’unica città della Valle dell’Irno, si formerebbe un Ente locale di notevole estensione territoriale, con una popolazione residente di 75mila abitanti circa, capace di beneficiare di considerevoli finanziamenti pubblici.
Negli ultimi anni, per la Valle dell’Irno, si discute anche di “area vasta” alle porte di Salerno.
Favorevoli all’ipotesi del Comune unico, sono i sindaci di Fisciano, Baronissi e Pellezzano, rispettivamente Tommaso Amabile, Gianfranco Valiante e Giuseppe Pisapia.
“Sono favorevole – dichiara Amabile -, otterremmo servizi più efficienti”.
“Anch’io – dice Valiante – sono d’accordo. Abbiamo già l’ “Unione dei Comuni” dell’Irno che, però, non è mai decollata”.
“Condivido l’idea – prosegue Pisapia -, ma penso che sia di difficile attuazione. Il discorso può essere più realizzabile per i Comuni al di sotto dei 5.000 abitanti, i nostri sono più grandi. In alternativa, si potrebbe creare l’ “area vasta” o far diventare operativa l’ “Unione dei Comuni””.
Contrari sono Antonio Rescigno e Franco Gismondi, sindaci di Bracigliano e Calvanico: “ci opponiamo – dicono – perchè ogni Comune ha una propria identità. Meglio l’unione dei servizi, come scuole, polizie locali, smaltimento dei rifiuti. Si può risparmiare in altri settori”.
Attendista è Giovanni Romano di Mercato S.Severino: “occorre attendere – dice – e sapere cosa davvero il Governo intende fare. La materia è complessa e presenta profili di costituzionalità da approfondire solo dopo una proposta che al momento non c’è”.