L’On.Eva Longo, Presidente del Consiglio Comunale: “E.A.Mario era disponibile al dialogo con tutti , anche con i suoi più acerrimi avversari, ma, al tempo, era un uomo intransigente sui principi di fondo. Sempre pronto a mediare, a trovare punti d’incontro. Un esempio. Anche e soprattutto in questo nostro tempo, che genera perdita di valori, egoismo e solitudine”.
Sabato 27 ottobre 2012
PELLEZZANO.Il 4 novembre, alle ore 17.30, In Piazza Di Vittorio, a Pellezzano, S. E. Mons. Gerardo Pierro, Arcivescovo Emerito di Salerno, Campagna Acerno, benedirà una lapide in memoria del noto musicista e compositore E.A. Mario, autore di straordinarie composizioni, tra cui “Leggenda del Piave” (1918), l’ inno che celebrò la riscossa delle truppe italiane sul fronte veneto nella prima guerra mondiale. Nato a Pellezzano, E. A. Mario era il poeta dei marinai, dei bersaglieri, dei fanti, il can-tore della “Canzone di trincea” (… “e le stellette che noi portiamo…”), di “Ci rivedremo in primavera”, della “Marcia d’ordinanza della Marina ” (rimasta immutata sino ai giorni nostri), di “Ho sognato un bersagliere” e di tante altre composizioni popolari che tutta l’Italia canticchiava. “Ricordarlo, rendergli omaggio, è per noi un dovere e un piacere – commenta l’On.Eva Longo” (nella foto sopra). La presidente del Consiglio Comunale ha fortemente caldeggiato quella che inizialmente è stata un’idea dell’Arcivescovo Mons. Gerardo Pierro, anch’egli natio di Pellezzano. Alla cerimonia di benedizione della lapide interverranno le Autorità religiose, politiche e militari. Non faranno mancare la loro presenza i cittadini di Pellezzano, da sempre molto orgogliosi di poter vantare un così “Grande” concittadino. A Pellezzano, chi ha vissuto quell’epoca, racconta ancora della sua straordinaria personalità. Era generoso, per la “Leggenda del Piave” non volle mai percepire un soldo di diritto d’autore. Le prime cento medaglie d’oro che aveva ricevuto dai Comuni del Piave, da associazioni combattentistiche e da singoli privati, le donò “alla patria” – come si diceva allora – nel novembre del 1941, insieme con le “fedi” matrimoniali sua e della moglie. <<Noi tutti abbiamo notizie abbastanza approfondite di E.A. Mario – continua Eva Longo – Era disponibile al dialogo con tutti , anche con i suoi più acerrimi avversari, ma, al tempo, era un uomo intransigente sui principi di fondo. Sempre pronto a mediare, a trovare punti d’incontro. Un esempio. Anche e soprattutto in questo nostro tempo, che genera perdita di valori, egoismo e solitudine>>.