La tavola rotonda è stata organizzata dal presidio locale dell’associazione anti-mafia “Ultimi”. I dettagli.
Giovedì 8 maggio 2014
MERCATO S.SEVERINO.Stamattina, al centro sociale “Marco Biagi”, ha avuto luogo un convegno dedicato al tema della legalità, promosso dal presidio locale dell’associazione anti-mafia “Ultimi”, di cui è presidente il prof. Fernando Rosamilia. Ospite d’eccezione, è stato don Aniello Manganiello, il prete anticamorra che è stato parroco per 16 anni a Scampia, nel napoletano. Proprio don Aniello ha concluso, recentemente, una serie di incontri presso la scuola media inferiore “S.Tommaso d’Aquino”, dedicata ai temi del bullismo e della “terra dei fuochi”. E una rappresentanza della scuola, accompagnata dalla preside Angela Rita Medugno e da alcuni docenti, ha assistito alla tavola rotonda, alla quale hanno relazionato anche il giornalista professionista Andrea Manzi e un giovane di Scampia, Marco, ex tossicodipendente oggi completamente recuperato. All’inizio dei lavori, il Capitano Rosario Basile, Comandante della locale compagnia dei Carabinieri, ha rivolto un breve saluto alla platea, ricordando ai ragazzi “che non sono soli, ma affiancati dalle famiglie, scuola, Chiesa, forze dell’ordine”.
(NELLE FOTO SOPRA, DUE FASI DEL CONVEGNO: CLICCA SULLE IMMAGINI PER INGRANDIRLE).
Il Prof. Rosamilia ha sottolineato che il presidio di “Ultimi” “porta avanti un’azione educativa per la legalità e contro tutte le mafie, rivolta, in particolare, ai giovani, cittadini del futuro. Siamo determinati e decisi nel proseguire su questa strada, incoraggiati da don Aniello”.
Don Aniello ha raccontato la sua esperienza tra i giovani, nelle scuole come in parrocchia: “durante le ore trascorse con loro – ha affermato – ho ricevuto più che dato. Ho ricevuto calore, rispetto. Nella scuola media di Mercato S.Severino ho riscontrato una grande accoglienza da parte dei dirigenti, dei docenti e dei ragazzi. Ogni persona possiede ricchezze interiori e può essere interlocutore di valori importanti. Quando c’è sinergia tra le agenzie educative (famiglie, scuola, Chiesa, forze dell’ordine, società sportive, associazioni), si può fare tanto e bene. “Ultimi” nasce dalla mia esperienza di parroco a Scampia e dal libro “Gesù è più forte della camorra” (scritto col giornalista Andrea Manzi)”.
Poi, il parroco anticamorra ha consigliato agli alunni un percorso da seguire per battere le mafie: “possiamo sconfiggerle – ha spiegato – con lo studio, la scuola, la cultura, lo sport, la musica. Non a caso, don Pino Puglisi, ucciso dalla mafia, ma oggi Beato, la prima cosa che realizzò nella sua parrocchia, fu un campo di calcio, per sottrarre i giovani alla manovalanza della delinquenza. Ma c’è bisogno anche dello Stato, che non può solo reprimere i reati, ma deve dare lavoro, incentivi ai giovani in modo tale che possano investire per contro proprio”.
Quindi, è seguito l’intervento di Andrea Manzi: “la differenza tra don Aniello e lo scrittore Saviano – ha detto – è che, mentre quest’ultimo è protagonista di un movimento ideologico, culturale, don Aniello Manganiello porta avanti un movimento di carità, di operatività, di conversione. Le mafie vanno combattute anche con le opere nelle zone “di confine”, di degrado, dove possono attecchire. La camorra aiuta qualcuno, ma a discapito della libertà. La politica deve farsi carico delle emergenze sociali”, di cui può approfittare la delinquenza.
Poi, c’è stata la testimonianza di Marco, un giovane di Scampia che, dopo un’infanzia felice trascorsa tra l’oratorio ed il calcio, entrò nel tunnel della droga, complici alcuni problemi familiari e un ambiente sociale difficile. “Dalla sigaretta – ha raccontato Marco – passai allo spinello, poi alla cocaina e poi all’eroina. Quando, poi, mi trovai a scegliere tra la vita e la morte, scelsi la vita. Incontrai don Aniello, l’unica persona che mi ha ascoltato e aiutato. Grazie a lui sono uscito dal tunnel della droga, mi sono convertito, ho messo su famiglia e sono tornato ai miei hobby: oratorio, calcio. Oggi sono un allenatore ed istrutttore della Figc”.
In conclusione, alcuni studenti hanno posto delle domande ai relatori.