MERCATO S.SEVERINO. IL 17 AGOSTO C'E' IL TRIGESIMO DI LORENZO DE PASCALE, MEDAGLIA D'ARGENTO DELLA POLIZIA PENITENZIARIA. SANTA MESSA IN SUFFRAGIO DELLA SUA ANIMA ALLE ORE 19,30 PRESSO LA CHIESA "S.GIOVANNI IN PARCO".

ERA IL PAPA’ DI ANTONIO DE PASCALE, DIRETTORE RESPONSABILE DEL NOSTRO QUOTIDIANO. IL PARROCO, DON PEPPINO IANNONE: “LORENZO DE PASCALE E’ STATO UN CRISTIANO ESEMPLARE”.
 
 
Giovedì 16 agosto 2012
MERCATO S.SEVERINO.Venerdì 17 agosto, la Comunità di Mercato S.Severino ricorderà Lorenzo De Pascale, medaglia d’argento della Polizia Penitenziaria, deceduto un mese fa. Alle ore 19,30, presso la Chiesa “S.Giovanni in Parco”, Monsignor Vincenzo Romano e don Raffaele De Cristofaro, celebreranno una Santa Messa in suffragio della sua anima. Un mese fa, dunque, moriva Lorenzo De Pascale. Se ne andava in punta di piedi, tra il silenzio, l’onestà, la laboriosità, la bontà, la modestia e la riservatezza che hanno caratterizzato l’intera sua vita. Oltre mille persone e diverse personalità, tributarono, lo scorso 18 luglio, l’estremo saluto a Lorenzo De Pascale, 74 anni, Sovrintendente della Polizia Penitenziaria in pensione. Era cognato di Mons.Vincenzo Romano (ex Vicario Generale dell’Arcidiocesi di Salerno), e papà di Antonio De Pascale, giornalista e direttore responsabile del quotidiano on-line www.irnonotizie.it. Toccante il discorso che, durante i funerali,  fece il parroco, don Peppino Iannone: “Lorenzo De Pascale – disse il prelato – era un Cristiano esemplare. Di solito, quando muore una persona, se ne parla sempre bene. Io non la penso così. Il signor Lorenzo era una persona mite, amante della pace e della fratellanza, sempre pronto ad aiutare gli altri e a dare una parola di conforto e di speranza. Un galantuomo, molto religioso. Ogni domenica veniva a Messa e prendeva l’Eucaristia. Un modello per i nostri giovani. Mancherà alla nostra Comunità”. Arruolatosi nella Polizia Penitenziaria, dove rimase 37 anni, Lorenzo De Pascale dimostrava una grande umanità anche verso i detenuti. Ai carcerati amava ripetere che “la detenzione serviva loro per riscattarsi e per reinserirsi nella società una volta tornati liberi”. Quando, negli anni ’80, ci fu una rivolta dei detenuti nel carcere di Salerno, il signor De Pascale non esitò a prodigarsi per salvare i reclusi, subendo una grave intossicazione, che lo costrinse a ricoverarsi in ospedale. Indossava con orgoglio ed onore la divisa. La sua fedeltà e la dedizione allo Stato Italiano, gli fecero meritare la Croce d’Argento, conferitagli nel 1988 dal Ministero di Grazia e Giustizia. Amava la montagna, dove si recava spesso a raccogliere asparagi e funghi, che poi regalava a parenti e ad amici. Rimasto vedevo da 8 anni (la moglie, Maria Rosaria Romano, morì nel 2004), si recava, ogni giorno, al cimitero di Costa. Lascia 5 figli: Anna, funzionario dell’Università di Salerno, Mimmo, dipendente della società “Arechi Multiservizi”, Raffaella, dipendente dell’Arpac di Salerno, Antonio, giornalista, e Lucio, agente della Polizia Locale del Comune di Solofra.

Antonio De Pascale

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