MERCATO S.SEVERINO. DAL CARCERE ALL'IMPEGNO CIVILE E CULTURALE: UGO DE SANTIS RACCONTA LA SUA VICENDA UMANA.

Il suo romanzo, “Stagioni di Passioni”, verrà adottato come testo di studio dall’Università “La Sapienza” di Roma. De Santis: “la cultura della legalità va diffusa fin dalle scuole elementari”. I dettagli.
 
Sabato 1 febbraio 2014

MERCATO S.SEVERINO.Dal carcere di alta sicurezza, dove
ha scontato ben 16 anni di pena, all'impegno civile,
sociale e culturale. E' la storia di Ugo De Santis,
50enne sanseverinese, che dimostra come, dai propri
errori, ci si possa riscattare. Tra il 1992 ed il 2008,
De Santis ha scontato 16 anni di carcere, pena a cui era
stato condannato per reati di tipo associativo. Ha
scontato la pena in vari penitenziari italiani, tra cui
quelli di Torino e Bologna. Durante la reclusione,
mantenne rapporti epistolari con Parlamentari e
rappresentanti istituzionali. Mentre era detenuto,
conseguì il diploma di tecnico dell'industria elettrica
ed iniziò gli studi universitari: oggi è laureando in
Scienze dell'Amministrazione. De Santis è ora un
citadino onesto, completamente recuperato ed inserito
nella società, dedito all'impegno civile. Basterebbe
ricordare che è stato volontario in Emilia Romagna,
nelle zone colpite dal terremoto del 2012. Inoltre, è
volontario della Croce Rossa Italiana, presso "La
Solidarietà" di Fisciano, l' "Isola di Arturo" di Roma.
Poi, collabora con Gennaro Sammartino, tossicologo
forenze - sia all'Osservatorio comunale sul disagio
giovanile che presso l'ambulatorio delle dipendenze
dell'Asl - e con il prof.Emilio Esposito, esperto, tra
l'altro, in biodiscipline. L'impegno culturale di De
Santis lo ha portato, alcuni mesi fa, a pubblicare un
romanzo, "Stagioni di Passioni", che narra i rapporti
tra la società civile e la comunità chiusa dei carceri.
Tale volume, a breve, diventerà testo di studio presso
l'Università "La Sapienza" di Roma, dove l'autore è in
contatto con la docente Barbara Calabrese. A febbraio
dovrebbe avere in affidamento un giovane romeno che ha
avuto problemi con la giustizia. "Ho riconosciuto i miei
errori - dice De Santis - ma mi sono impegnato per
riscattarmi. L'esperienza che ho maturato in carcere mi
ha fatto maturare la convinzione che è necessario
diffondere la cultura della legalità a partire dalle
scuole elementari. Va recuperata e rilanciata quella che
era l'educazione civica. Un'azione educativa deve
contrastare anche fenomeni considerati meno meno gravi,
come il bullismo, da cui possono nascere problematiche
più gravi". Recentemente, ha visitato alcune carceri in
Albania, per confrontarle con quelle italiane e per
capire la mentalità dei popoli dell'Est Europa, utile
per favorire la loro integrazione nella società
italiana, in cui spesso arrivano come immigrati. Nel
periodo della detenzione, De Santis non fu abbandonato
dal Comune. "Non dimentico- conclude - che, in quegli
anni, il sindaco Giovanni Romano mi donò un computer ed
una stampante, a me utili per gli studi e per iniziare a
scrivere il mio romanzo".

 

 

 

Antonio De Pascale

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