MERCATO S.SEVERINO. Città costernata per la morte dei tre componenti della famiglia Papa, periti nell'incendio della casa.

Donato Papa

Franco Papa

Franco era un esperto della cultura classica, del latino e del greco, e impartiva lezioni di ripetizione ai liceali. Donato era un collezionista di dischi in vinile di musica rock. Il loro papà, Dr. Mario Papa, noto e stimato medico, morì in giovane età. La signora Iole, originaria di Montella, era dedita alla famiglia e alla cura della casa. Il Sindaco, Antonio Somma, proclama il lutto cittadino.
 
Venerdì 29 dicembre 2017
Antonio De Pascale
MERCATO S. SEVERINO.Un cielo plumbeo e uggioso ha accompagnato, ieri mattina, il risveglio della cittadina. Quasi a stringere con la sua tristezza, come una cappa, l’intera comunità per l’immane tragedia che ha colpito la famiglia Papa. La notizia si è diffusa a partire dalle prime luci dell’alba, grazie anche ai social network e ai quotidiani online. La famiglia Papa è molto conosciuta e molto stimata in città. Una famiglia borgese, legata ai grandi valori di una volta e, in particolare, a quelli della tradizione cattolica. La signora Iole De Marco era originaria di Montella. Aveva dei parenti a Montoro, il vicino Comune avellinese. Un suo cognato, chiamato “don” Mimì per la sua nobiltà d’animo, era proprietario di un tabacchino nella frazione San Pietro di Montoro. A vent’anni circa, Iole sposò il dottor Mario Papa, medico di famiglia, stimato per la sua alta professionalità e umanità. E non tutti i paesi potevano concedersi il lusso, in quegli anni, di avere un medico in famiglia. Un medico che, vista la distanza dai grandi ospedali, era anche specialista di varie branche. Nel secondo dopoguerra, il medico di base, il maresciallo dei carabinieri e il parroco, erano le autorità e i punti di riferimento per i cittadini, soprattutto nei piccoli paesi. E tale era il dottor Papa. Verso la fine degli anni ’60, una prima disgrazia colpì questo nucleo familiare. Proprio il dottor Papa, infatti, si ammalò di tumore. Da bravo medico qual era, si autodiagnosticò la grave malattia. In città, qualche suo coetaneo, ricorda il grande coraggio con cui quel dottore affrontò quella terribile diagnosi, combattendo contro quel male per diversi mesi. I primi anni del matrimonio della coppia, trascorsero sereni. La signora Iole era casalinga e si dedicava alla cura della casa e del nucleo familiare. Nacquero tre figli: una femminuccia, chiamata Rosellina, e, appunto, Donato e Franco. I figli crescevano nella tranquillità e negli agi della famiglia borghese, che non tutti si potevano permettere. Studiavano e si distinguevano a scuola per la loro bravura. Erano tra i più bravi, sempre tra i primi della classe, anche al liceo classico, talmente bravi da essere eclettici. Donato era un appassionato di musica rock e aveva una ricca e rara collezione di dischi in vinile. Franco, invece, era un appassionato della cultura classica e della storia del Cristianesimo. Conosceva, praticamente alla perfezione, il latino e il greco, grazie anche ai consigli del papà e alla biblioteca di famiglia. Pur non essendo un insegnante, impartiva ripetizioni di queste materie a decine di alunni, specie dei licei classico e scientifico, ma anche a diversi studenti universitari, dimostrando padronanza della materia e disponibilità verso i suoi allievi. Entrambi i fratelli avevano deciso di non sposarsi e di continuare a vivere con la loro mamma. Rosellina, invece, è sposata con il dottor Ermelino Citro, tra i migliori neurochirurgi d’Italia, in servizio presso una clinica privata di Taranto, dove è giunto dopo aver lavorato, per diversi anni, presso l’ospedale civile di Potenza. A lui si sono rivolti numerosi salernitani, e non solo, per risolvere, ad esempio, il problema delle ernie alla schiena. Sulla disgrazia di ieri, ci si interroga in città. Si è trattato di un incidente domestico, innescato da una coperta elettrica o da una stufetta o, come si ipotizza, di un omicidio/suicidio?. L’autopsia potrà dire tanto. Intanto, il parroco, padre Leone Esposito, invita tutti a pregare per loro. Intanto, il Sindaco, Antonio Somma, ha proclamato il lutto cittadino per il giorno dei funerali.”La famiglia Papa – afferma il primo cittadino – era molto nota. Mi sono recato l’altro ieri sera in via Tommaso Sanseverino, nello stabile dov’è avvenuta la tragedia, di proprietà della famiglia Papa. Ho parlato con alcuni vicini i quali mi hanno riferito di non essersi accorti di nulla fino a quando hanno sentito una forte deflagrazione che ha mandato in frantumi i vetri delle finestre. A quel punto hanno visto anche le fiamme che erano divampate in casa. A quanto pare, sempre dai racconti dei vicini, la famiglia per alcuni giorni era andata a far visita ai parenti in Basilicata e quindi, al momento del rogo, si era addirittura pensato che la casa fosse disabitata in quanto non li avevano visti far rientro. Per la nostra città – conclude il Sindaco Somma – è stato un risveglio amaro”.
(Nelle foto sopra, tratte da Facebook, i fratelli Donato e Franco Papa. Clicca sulle immagini per ingrandirle)
 

Antonio De Pascale

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