Serviva cinque frazioni e 2.500 Cittadini. Disagi per gli anziani. Vito Mariano promuove una petitzione popolare. Carmine Landi illustra i problemi dell’ospedale.
Lunedì 6 marzo 2017
MERCATO S.SEVERINO. Monta la protesta nelle frazioni Spiano, Oscato, Monticelli di Sopra e di Sotto, Corticelle. Il motivo delle lamentele, è legato alla chiusura dello studio del medico di famiglia che, fino a poche settimane fa, era ubicato in corso Regina Elena, a Spiano, e che serviva le suddette cinque frazioni: un bacino di utenza di duemilacinquecento persone circa. A lamentarsi di più, sono gli anziani, molti dei quali non guidano. I collegamenti dei trasporti pubblici con il capoluogo comunale, non sono proprio ottimali. A farsi portavoce delle lamentele, è Vito Mariano di Spiano, presidente dell’associazione I Cavalieri delle Poiane, che si è fatto promotore di una petizione popolare sull’argomento in questione. “Secondo le nostre informazioni – spiega Vito Mariano -, lo studio medico ha chiuso per due motivi: manca internet, uno strumento fondamentale anche per i medici, e mancano i fondi per pagare l’affitto mensile dello stabile. I più penalizzati da questa situazione, sono i nonnini, molti dei quali non guidano. Complice anche le poche corse dei bus, hanno serie difficoltà a raggiungere San Severino centro”. “La petizione popolare – prosegue Vito Mariano – è stata inviata all’Ordine dei Medici e al Prefetto di Salerno e la invieremo anche al commissario che regge il Comune, Fulvia Zinno, nella speranza di risolvere la questione”. Ma, quella della chiusura dello studio del medico di base di Spiano, non è l’unico problema della sanità sanseverinese. Da anni, si discute dei problemi dell’ospedale Fucito di Curteri, che ha subìto la chiusura dei reparti di ginecologia, neonatologia, pediatria e ortopedia. Non solo. Secondo Carmine Landi, ex consigliere comunale, l’atto aziendale “non assicura l’assistenza nel settore dell’emergenza/urgenza e non rispetta i vincoli dell’equilibrio economico-aziendale. Non vi è stata una corretta valutazione né della domanda di assistenza espressa dalla collettività, né della revisione della spesa pubblica”. “La trasformazione – prosegue Landi – della medicina generale, della cardiologia, della rianimazione, del pronto soccorso in unità semplici, pone a serio rischio la salute pubblica perché, per la predisposizione e l’implementazione dei percorsi diagnostici terapeutici assistenziali, bisogna coordinarsi con le unità complesse del Ruggi di Salerno, con ritardi decisionali”. Infine, San Severino – il Comune più grande della Valle dell’Irno – pur avendo l’ospedale e il distretto sanitario in piazza XX settembre, non ha una postazione fissa del 118: le ambulanze intervengono da Fisciano, Baronissi e Siano.