MERCATO S.SEVERINO. CHIESE DIROCCATE, UN PATRIMONIO CULTURALE CHE RISCHIA DI SCOMPARIRE.

La Chiesa "Terrasanta" di Spiano

Viaggio tra gli edifici sacri chiusi al culto in città: se ne contanto sei. La carenza di fondi è il principale ostacolo al loro recupero. I dettagli.
 
 
 
 
 
Mercoledì 27 maggio 2015
MERCATO S.SEVERINO. Un patrimonio di inestimabile valore architettonico, storico, culturale e religioso rischia di scomparire. E’ quello costituito da 6 antiche chiese e 1 congrega sparse sul territorio di Mercato S.Severino, tutte chiuse al culto da secoli o da decenni, in alcuni casi invase da erbacce o addirittura da alberi. La carenza di fondi ostacola il loro recupero.
Ecco quali sono.
Nella frazione Costa, in seguito al terremoto del 23 novembre 1980, è chiusa al
La Chiesa dell'Annunziata a Costa

culto la chiesa della “Santissima Annunziata”. Due anni fa circa, crollò l’impalcatura posta a sostegno del portone d’ingresso. A febbraio scorso, le raffiche di vento scoperchiarono il tetto in lamiera, scaraventandolo in un giardino di proprietà privata: la tragedia fu, per fortuna, solo sfiorata perché l’episodio avvenne a notte fonda. Non è possibile abbattere l’edificio perché è sottoposto al vincolo da parte della Soprintendenza. “Per ristrutturarla – dice il parroco, don Raffaele De Cristofaro – servirebbe 1 milione di euro circa che la nostra parrocchia non ha a disposizione. La situazione è nelle mani della Curia”. Negli anni ’90 fu costruita, a poca distanza, una nuova chiesa parrocchiale, a forma circolare.
A Spiano, da alcuni secoli, è sconsacrata la chiesa detta “Terrasanta”, risalente al XII secolo. Un gioiello d’arte, violato da erbacce che coprono il tetto.
A Ciorani, è chiusa al culto la chiesa parrocchiale di “S.Nicola”, posta al confine
La Chiesa "S.Nicola" di Ciorani

col Comune di Bracigliano. Dopo il sisma del 1980, iniziarono i lavori di recupero, ma poi si bloccarono. Al suo interno, c’è ancora l’impalcatura in ferro, ormai arrugginita. Era la chiesa preferita dal Beato Gennaro Maria Sarnelli, che lì si ritirava a pregare, e le cui spoglie riposano nella vicina Chiesa della “Santissima Trinità” dei padri liguorini.
A S.Angelo, è in rovina la chiesa di “S.Giovanni”, di proprietà privata.
Nella frazione Curteri, sono rimasti pochi ruderi della chiesa “S.Marco a Rota”.
A Piazza del Galdo, è chiusa da decenni una congrega, anch’essa bisognosa di interventi di restauro.
Poi, restano da segnalare una chiesetta abbandonata nella frazione Acquarola e l’eremo di S.Elia, situato sulle colline tra Acquarola e S.Angelo.
Il Campanile di "S.Giacomo"

A Mercato S.Severino capoluogo, infine, non è più utilizzato l’antico campanile di S.Giacomo, sovente invaso da alberi ed erbacce.
Di fronte a questo quadro così triste, c’è la felice notizia del recupero di un’ex congrega, a S.Eustachio che, grazie al lavoro encomiabile dell’anziano parroco, don Marzio Napoli, è pronta per tornare a essere utilizzata: sarà inaugurata dopo l’estate.
Il Comune, da parte sua, fa quel che può, non essendo competente nel settore. Pochi anni fa, l’Ente locale ha recuperato l’eremo di “S.Magno” ad Acigliano e ora ha ottenuto un finanziamento di oltre 3 milioni di euro per la riqualificazione del convento “S.Antonio” e del complesso di S.Marco a Rota.
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Antonio De Pascale

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