BARONISSI. "PASSARONO DI QUI", LA STORIA DEGLI ANTI-FASCISTI CONFINATI A BARONISSI.

Si tratta di un saggio storico pubblicato dal Dott.Umberto Landi, esperto di storia locale, ex consigliere comunale e responsabile del circolo locale dell’Unesco. I dettagli.
 
Lunedì 17 novembre 2014
BARONISSI.Una storia ai più sconosciuta e che ora è portata a conoscenza di tutti grazie al saggio “Passarono di qui”, scritto dal Dott. Umbero Landi, esperto di storia locale, ex consigliere comunale e presidente del locale circolo dell’Unesco.
E’ la vicenda politica e umana degli uomini e delle donne che il regime fascista confinò a Baronissi. Una ricerca certosina presso l’Archivio centrale dello Stato, quella di Umberto Landi, resa difficile dal passar del tempo e dai pochi documenti disponibili. Il saggio è stato pubblicato sulla rivista “Annali storici sul Principato Citra” e, al momento, si sofferma solo su Baronissi, dove lo storico è riuscito a risalire alla presenza di sette confinati.
Ma, il numero, probabilmente, è destinato a incrementarsi con i prossimi studi, “che si estenderanno – spiega Landi – anche sui Comuni di Mercato S.Severino, Fisciano e Pellezzano”.
Le figure più interessanti, furono quelle di Danilo Mannucci, Bernardina Sernaglia, Francesco Cotroneo e Carlo Marono.
“Danilo Mannucci – spiega Landi – era un livornese che lavorò nella fabbrica di tabacco che prima esisteva nella frazione di Sava. Prima di giungere a Baronissi, fu attivo in Francia negli anni ’20, dove organizzò lunghi scioperi e, proprio per questo, venne allontanato. Durante il periodo della Grande Guerra, era stato socialista, poi, nel 1921, aderì al P.c.i., riconoscendosi nell’ala di Bordiga che si opponeva a Togliatti. Nel 1943 organizzò la Camera del Lavoro a Salerno. Sposò un’operaia di Ogliara, una tale De Concilio, e poi tornò in Francia, aderendo di nuovo al partito socialista”.
Bernardina Sernaglia, originaria del Trevigiano, era un’operaia. Per i suoi ideali democratici, girò tra Roma, la Svizzzera, la Francia e il Belgio. Sfuggì alla caccia serrata che le dava la polizia italiana e, nonostante si esponesse col Partito comunista internazionale, fu arrestata solo alcuni dopo, quando ormai aveva 60 anni. Morì quasi centenaria.
Francesco Cotroneo – prosegue Landi – era un napoletano, si affezionò a Baronissi e vi rimase fino agli anni ’50. Era un commerciante di profumi e a Baronissi ebbe contatti con l’avvocato Antonio Siniscalco, leader del P.c.i. della città e della Valle dell’Irno”.
Le retate fasciste furono intense tra il 1926 e il 1931, con lo scopo di isolare gli oppositori.

Antonio De Pascale

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