BARONISSI. Il 10 dicembre viene inaugurata la mostra di pittura di Ciro Pica.

E’ allestita presso il Frac. E’ visitabile dal 10 dicembre al 15 gennaio 2017.
 
 
 
 
Sabato 10 dicembre 2016
BARONISSI.  Sabato 10 dicembre, alle ore 18:30, nel salone delle conferenze del Museo-FRaC di Baronisssi, il sindaco Gianfranco Valiante e il direttore del FRaC Massimo Bignardi, inaugurano la mostra retrospettiva CIRO PICA la geometria, la forma, realizzata grazie al sostegno della Regione Campania, Assessorato alla Cultura. L’esposizione curata da Massimo Bignardi collaborato da Erica De Maio, ricostruisce, attraverso quaranta opere, soprattutto dipinti, l’esperienza in gran parte poco nota dell’artista salernitano, interprete di una significativa pagina dell’astrattismo italiano registrata negli ultimi quattro decenni del XX secolo.  Le opere, provenienti da collezioni private sparse in diversi centri della penisola e dagli eredi, ricostruiscono la vivacità di un dibattito al quale Pica ha dato un significativo contributo: un percorso che dalle opere improntate da un dettato meccanoforme, nella seconda metà del decennio sessanta, si spinge nei sentieri di un’attenta analisi dei rapporti fra geometria, forme e piani, ricorrendo alla vitalità di materie e materiali assunti dalla sfera industriale, toccando aspetti tangenti al neocostruttivismo vivo in Italia negli anni settanta.  «Proporre una selezione di dipinti del Maestro Pica – scrive nell’introduzione al catalogo il sindaco  Valiante –, a quasi vent’anni dalla sua scomparsa, in una sede espositiva da sempre attenta alla storia ed all’attualità del dibattito artistico a Salerno, in Campania e nel Mezzogiorno d’Italia, quale è il Museo-Fondo Regionale d’Arte Contemporanea della nostra città, è un’occasione che consente di rimarcare la necessità di far dialogare tra loro esperienze che connotano il ricco e variegato vocabolario di immagini e segni propri di una contemporaneità lasciata alle nostre spalle. È una nuova occasione per ammirare delle opere, un ulteriore momento per poter animare il dibattito sull’arte e sul suo ruolo all’interno della società, scegliendo quale referente un artista la cui esperienza è stata per anni attenta a sondare le possibilità di un nuovo e diverso modo di osservare la realtà. Questa mostra si offre come un momento di scoperta e di riflessione, ricostruendo per la prima volta sia l’esperienza di un artista nella grande stagione degli anni sessanta sia, e soprattutto, la sua esperienza calata nelle vicende culturali che segnano la storia di Salerno e del suo territorio. È una mostra che si iscrive nel vasto programma di iniziative culturali promosse nell’ambito dell’offerta che, con il progetto “Luci dell’Irno-Costellazioni infinite”, si propone sia alla comunità, sia a quanti sceglieranno la nostra città quale meta di un nuovo modo di fare turismo». «La pittura di Pica, già dalla seconda metà degli anni sessanta – rileva Bignardi – fa registrare un significativo spostamento verso dettati che includono e pongono in dialogo forme geometriche all’interno di composizioni costruttive, cioè segnate da una bidimensionalità non più sul piano ma, progressivamente, esibita in aggetto. Nelle sue nuove esperienze, già dalla fine del decennio, quando si trasferirà a Venezia, si fa largo una cifra che nel tempo assumerà i caratteri di uno stile riconoscibilissimo che, ricorrendo ad una definizione avanzata da Schapiro, fa leva sugli «elementi o motivi formali» ma anche sui «rapporti formali e le qualità (compresa una qualità generale che potremmo definire “espressione”». Quest’ultima, nel caso di Pica, si manifesta dapprima attraverso la scelta di un registro cromatico che nelle “composizioni” realizzate tra il 1967 e il 1968 conserva tracce dell’oggetto traslato in pittura d’impronta vagamente deperiana, per poi lasciare il campo ad una geometria del piano. Indirizzo in parte avviato con i lavori di fine decennio, sui quali pesano più sollecitazioni, in primis “la necessità di essere” che Virgilio Guidi prontamente rilevò, presentandolo nella seconda personale veneziana del 1968». In occasione della mostra è stato pubblicato dalla Gutenberg Edizioni, un catalogo monografico con il testo del curatore, uno scritto di Ciro Pica jr., un’intervista a Silvio D’Antonio curata da Erica De Maio alla quale si deve anche l’apparato biografico, nonché un ampio repertorio illustrativo.

Ciro Pica nasce a Nocera Inferiore nel 1925. Dopo aver compiuto gli studi presso il Liceo Artistico e frequentato l’Accademia di Belle Arti di Napoli, inizia la sua attività espositiva a metà degli anni Cinquanta, partecipando a manifestazioni artistiche e a concorsi, quali il Premo nazionale “G. Casciaro”, la Biennale d’Arte Contemporanea di pittura e del bianco e nero, promossa a Salerno, allestendo la prima mostra personale nel foyer del Teatro “G.Verdi” di Salerno. Segue l’invito alla collettiva organizzata nel 1963 dalla galleria Il Camino di Roma, alla mostra “Sette artisti salernitani”, allestita nel 1966 alla galleria La Seggiola di Salerno, presentata da Filiberto Menna. Con Pica sulle pareti della galleria di via Torretta sono presenti i dipinti di Antonio Caso, Antonio Lamberti, Salvatore Liguori, Pietro Lista,  Antonio Passa, Antonio Pesce. Nell’estate dello stesso anno è invitato alla IX Quadriennale di Roma, mentre nel 1968 partecipa alla rassegna “Aspetti della giovane pittura a Salerno”, allestita nel portico di Palazzo di Città; tra gli altri, presentati da Michele Giannattasio, Ballarò, Carotenuto, Caso, Cleffi, il giovanissimo Terlizzi. In questa occasione Pica esordisce con una delle sue opere che aprono all’astrattismo geometrico, Composizione, del 1967. Saranno poi gli inviti al II Premio nazionale di Pittura “Alberto da Giussano”, Brianza e al Premio Nazionale ‘F.P.Michetti” a Francavilla a Mare, alla X Biennale internazionale del Bronzetto e della piccola scultura, a Padova e alla III Biennale di Ravenna. È sul finire degli anni Sessanta il trasferimento a Venezia, ove va ad insegnare; la conoscenza e la frequentazione di Virgilio Guidi e di Giuseppe Marchiori; la prima mostra sarà allestita alla galleria Fontana della città lagunare, seguita da quella, nell’autunno del 1968, alla galleria d’arte Il Traghetto, presentata da Guidi. Numerose saranno le mostre personali allestite nelle principali gallerie d’arte da sempre attente alle ricerche attive in Italia nell’area dell’astrattismo geometrico e neocostruttivismo. Negli anni Ottanta ritorna nella sua terra di origine, stabilendosi a Vietri sul Mare, seguirà poi un breve soggiorno veneziano e il definitivo trasferimento a Salerno ove muore nel 1999.
La mostra resterà aperta fino al 15 gennaio 2017.

Antonio De Pascale

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