RAVELLO. Tutto pronto per il Ravello Festival 2018

Il Governatore della Campania, Vincenzo De Luca: “straordinaria qualità artistica e livello internazionale”. 66esima edizione: start: 30 giugno, poi proseguirà fino al 25 agosto; 26 spettacoli in programma. Tutti i dettagli.
 
 
Martedì 1° maggio 2018
Ravello Festival 2018: 30 giugno-25 agosto
NAPOLI. Ventisei appuntamenti in cartellone dal 30 giugno al 25 agosto per un programma artistico che offre al pubblico di Ravello il meglio della scena mondiale: grandi orchestre internazionali e acclamati direttori, nomi storici e autori di ricerca del jazz, compagnie ammiraglie di balletto, coreografi contemporanei e icone intramontabili della danza, contaminazione tra generi diversi, pagine inedite e produzioni speciali che nell’estetica della rappresentazione traggono ispirazione dai grandi temi di sempre, e dalle “questioni” lasciate aperte dal Novecento.
Il Ravello Festival giunge quest’anno alla 66esima edizione e mostra personalità e rigore nel nome della tradizione musicale classica (apertura con il capolavoro di Wagner, Tristano e Isotta), sperimenta sul terreno del sincretismo creativo e omaggia autentiche leggende della danza e del jazz che raccontano valori prima ancora che esibire talenti: il Novecento fa da sfondo, ad esempio, nel tributo alla resistenza per la libertà (Paolo Fresu con il coro corso “A Filetta”) o nella celebrazione del ’68 che ispira il cartellone della danza a 50 anni da quell’epifania ribelle che cambiò il mondo.
Firmano il programma Alessio Vlad (musica), Maria Pia De Vito (jazz), Laura Valente (danza, tendenze, formazione, mostre e nuovi linguaggi) al terzo anno della loro direzione artistica. Un’offerta culturale resa possibile grazie allo sforzo delle politiche pubbliche della Regione Campania che radica nel sostegno alle eccellenze dell’industria creativa un segmento fondamentale della sua strategia di sviluppo.
Posto d’onore al nume tutelare del festival, Richard Wagner, cui sono dedicati il concerto d’inaugurazione (30 giugno) affidato a uno dei più grandi maestri del nostro tempo, Esa Pekka Salonen che dirigerà la Philharmonia Orchestra di Londra e quello di chiusura con la Deutsche Oper di Berlino e Donald Runnicles che da anni ne è il direttore principale. Un ritorno, quello del maestro di Helsinki, che vuole avere il senso di una acquisizione di un legame, con un programma pensato apposta per Ravello. L’anno scorso Salonen incantò il pubblico con una esibizione in cui il virtuosismo e l’energia seppero nutrirsi della forza d’impatto di un paesaggio che egli stesso annotò nel suo taccuino di viaggio digitale, cui si affianca la presenza, per la prima volta a Ravello, di Runnicles che, a capo di uno dei più importanti Teatri tedeschi, a Wagner ha dedicato gran parte di una prestigiosa carriera. Il cartellone musicale è costellato di concerti di assoluto pregio sia per la qualità degli interpreti che per i programmi scelti, imperdibile il ritorno quattordici anni dopo sul Belvedere di Villa Rufolo di Valery Gergiev alla guida della sua Mariinsky Orchestra (21 agosto), altro ritorno quello di Alexander Lonquich stavolta sul podio dei giovani talenti dell’Orchestra Nazionale dei Conservatori italiani (25 luglio), e ancora l’Orchestre Philharmonique de Radio France diretta da Myung-Whun Chung, senza dubbio uno dei più famosi direttori d’orchestra di oggi (14 luglio), sempre dalla Francia arriverà a Ravello Jérémie Rhorer con la sua creatura prediletta, Le Cercle de l’Harmonie (22 luglio), doppio appuntamento invece (18 e 19 agosto), per la Budapest Festival Orchestra e per la bacchetta di Ivan Fischer, fondatore nel 1993 dell’ensemble, che a distanza di 25 anni, può essere annoverato tra le  migliori orchestre del mondo.
All’Orchestra Filarmonica Salernitana “Giuseppe Verdi” infine, sarà dato, per il terzo anno di fila, il delicato compito di riempire di note ed emozioni il tradizionale Concerto all’Alba (11 agosto) quest’anno consegnato nelle mani del giovane e talentuoso direttore americano Ryan McAdams.
Da segnalare il ritorno dei Concerti di Mezzanotte i cui protagonisti saranno il pianoforte e prestigiosi pianisti: Andrea Lucchesini, Sun Hee You, Varvara, Bertrand Chamayou e Federico Colli rispettivamente il 5, 9, 13, 16 e 23 agosto.
La proposta artistica della sezione jazz (Roots and wings) offre un programma dedicato alle voci, quest’anno in prevalenza maschili, con progetti ad hoc per Ravello, in cui la musica sembra essere tecnica narrativa che trae ispirazione dalle grandi poetiche del Novecento affrontandone le grandi questioni irrisolte. Il primo appuntamento sarà con Ivan Lins (10 luglio), vera e propria icona della musica popular brasileira, e il raffinato progetto basato sulla rilettura di brani del suo repertorio, ripensato in chiave jazzistica, insieme al gruppo italiano InventaRio, con cui ha da tempo una assidua collaborazione.
Il viaggio proseguirà con Tigran Hamasyan (15 luglio), pianista armeno che giovanissimo ha scalato le hit parade mescolando jazz americano, musica tradizionale armena e rock progressivo. Hamasyan presenterà in esclusiva italiana il suo concerto in piano solo: “An ancient observer”. Kurt Elling (18 luglio) il più famoso e premiato cantante jazz statunitense, innovatore e tradizionalista insieme, presenterà al Ravello Festival il suo ultimo lavoro discografico, “The Questions” in cui con il suo sestetto, attraverso riletture di brani di autori quali Bob Dylan, Leonard Bernstein, Paul Simon, condurrà il pubblico dentro i grandi interrogativi aperti – le questioni irrisolte appunto – della nostra contemporaneità.
Quella del 21 luglio invece, sarà una serata speciale dedicata alla ECM storica etichetta europea indipendente: un doppio concerto, produzione Ravello Festival. La prima parte vedrà sul palco il progetto “Four Quartets” con musiche composte da Stefano Battaglia (al piano) su testi poetici di T.S. Eliot interpretati da Theo Bleckmann (Four Quartets è il nome di quattro poemetti tra loro collegati che il poeta e critico statunitense riunì e ripubblicò in un unico libro nel 1943. I poemetti sono divisi in tempi come in alcuni degli ultimi quartetti d’archi di Beethoven). Ad accompagnare le composizioni originali di Battaglia il magico Michele Rabbia, alle percussioni ed alle elaborazioni elettroniche. La seconda parte vedrà Django Bates, pianista, compositore di grandissima originalità con il suo trio più recente, Beloved, articolare la propria ricerca musicale su una rilettura modernissima e, come suo costume, irriverente dell’opera di Charlie Parker.
Il pubblico di Ravello potrà riabbracciare Paolo Fresu che stavolta nel suo viaggio musicale nella tradizione approda in Corsica per un suggestivo incontro con la polifonia dell’isola “sorella” della sua Sardegna. Il grande trombettista sarà accompagnato dal gruppo “Mistico mediterraneo” insieme a Daniele di Bonaventura (bandoneon) e si esibirà con il Coro “A Filetta” (che significa felce), gruppo faro della polifonia corsa con un repertorio che mescola canti antichi e brani originali. Sarà presentato in anteprima il disco “Danse mémoire, danse” che sarà pubblicato in novembre, incentrato sui testi di Aimé Césaire, e Jean Nicoli, due eroi corsi. Musica di resistenza e libertà (30 luglio).
La chiusura jazz sarà affidata a Bill Frisell accompagnato sul palco dalla cantante Petra Haden con il progetto “When you wish upon a star” dedicato al mondo del cinema e a quelle atmosfere musicali dei classici del grande schermo ormai patrimonio indelebile della letteratura musicale (1 agosto).
1968-1918: sono passati cinquanta anni. A quello ‘spirito’, fatto di simboli e icone, eredi (legittimi e non) e leggende, militanze e battaglie per i diritti civili e di genere è dedicata questa edizione della danza del Ravello Festival. Primo appuntamento con Bill T. Jones, simbolo di impegno civile incentrato sulla lotta contro i pregiudizi razziali, sessuali e religiosi, incoronato dal Times come “uno dei tesori insostituibili d’America”. Il grande coreografo americano, in scena con il suo gioiello – la Bill T. Jones / Arnie Zane Company – compagnia americana multiculturale che ha contribuito all’evoluzione della danza contemporanea nel mondo – firma una creazione – /Time : Study II 2018 for Ravello dedicata al tema del festival e pensata per il palco di Villa Rufolo, che coinvolgerà anche i giovani danzatori campani del progetto di formazione Abballamm’! (4 luglio), sancendo così, per il terzo anno consecutivo, un simbolico patto generazionale e territoriale.
Canzoni e coreografie per danzare il ’68 sono la trama della giornata multieventi del 5 luglio con happening – See me, feel me – in luoghi diffusi di Ravello (da piazza Duomo, a Villa Rufolo all’Auditorium Niemeyer). La giornata continua con due nuove coreografie di ricerca commissionate dal festival sul tema 2018: apre il napoletano Antonello Tudisco (Act of mercy) per finire con Peggy Untitles 2013-2018, tributo a Peggy Guggenheim, figura emblematica dell’arte moderna, con la coreografia di Michela Barasciutti (compagnia Tocnadanza, nuova produzione per Ravello in collaborazione con VeneziainDanza 2018 – Teatro La Fenice di Venezia – Peggy Guggenheim Collection). Il 7 luglio il coreografo principale del Royal Ballet, Wayne McGregor, autentico punto di riferimento per l’indagine espressiva del rapporto tra danza e nuove tecnologie, che offrirà in esclusiva per il pubblico del Ravello Festival le sue dinamiche dello spazio e del movimento portando in scena più coreografie  adattate al palcoscenico di Villa Rufolo (tra cui quella tratta dal suo capolavoro Woolf Works, dedicato alla scrittrice Virginia Woolf), con artisti ospiti, autentiche icone della danza, quali Alessandra Ferri, Federico Bonelli, Herman Cornejo (Royal Ballet, Royal Opera House e American Ballet) oltre che ai corpi magnifici dei ballerini della sua Wayne McGregor Company, nelle big five delle compagnie più importanti del mondo. A Ravello con l’ètoile italiana più famosa e amata, Alessandra Ferri, e con il coreografo inglese oggi più apprezzato (ha segnato l’inizio del terzo millennio, secondo il Times), diventato coreografo del Sadler’s Wells a 22 anni e subito notato da artisti visivi e registi (ha curato i movimenti scenici del film Harry Potter e il Calice di Fuoco) e compositori del calibro di Ben Frost, l’ex braccio destro di Brian Eno. Alessandra Ferri torna in Campania dopo moltissimi anni: a soli 19 anni viene nominata principal dancer al Royal Ballet. Arriverà all’American Ballet Theatre su invito del grande Mikhail Barishnikov. Oggi è  considerata una delle più grandi ballerine della sua generazione. Attesa per 13 luglio la Giselle rivisitata dalla coreografa sudafricana Dada Masilo, di ritorno da successi planetari, con la sua follia d’amore a ritmo di afrosamba che propone un finale diverso dal capolavoro romantico, nessun perdono per il traditore. Masilo è una delle maggiori interpreti della nuova generazione di coreografi e danzatori, originaria di Johannesburg e cresciuta nella township di Soweto (dove ha vissuto) deve il successo al “remake” di quattro titoli di tradizione: “Romeo e Giulietta”, “Carmen”, “Lago di cigni” e  “Giselle. La sua danza – nutrita di amore per le sue radici africane ma fortemente innovativa (che spesso  la mette anche  al centro  di temi  all’attenzione dei media di tutto il mondo  come le discriminazioni di genere) – potrà scoprirla a Ravello, in una produzione che la vede collaborare ancora con il grande artista contemporaneo William Kentridge. Il 29 luglio scena per la stella del balletto romantico Svetlana Zakharova, étoile del Balletto del Teatro Bol’šoj di Mosca e del Balletto del Teatro alla Scala di Milano in un altro progetto originale per il Ravello Festival.  Zakharova  si esibirà con le Stelle del Teatro Bol’šoj di Mosca e del Mariinskij di San Pietroburgo, autentici templi celebrati con i classici senza tempo del balletto romantico, in Russian code, progetto originale Ravello Festival. Si chiude con un doveroso omaggio a Rudolf Nureyev (per l’80° anniversario della nascita e per il 25° anniversario della scomparsa), protagonisti i Solisti del Teatro alla Scala (che si esibiranno in storici lavori del tartaro volante) introdotti da una coreografia originale commissionata dal festival ad un’altra coreografa napoletana, Luna Cenere (Natural gravitation) dedicata a Isadora Duncan. La serata si intitola Rudy&Isadora.
Anche quest’anno previsto il progetto di formazione e internazionalizzazione del talento dei giovani danzatori della Regione Campania, Abballamm’!, ideato da Laura Valente con la collaborazione di Gennaro Cimmino, che vede il coinvolgimento dei centri di eccellenza riconosciuti dal MiBACT e dalla Regione Campania e, dal 2017, con la collaborazione dell’Università di Salerno.
 
I biglietti saranno in vendita dai prossimi giorni online sul sito www.ravellofestival.com.
Boxoffice: tel. 089 858422 – boxoffice@ravellofestival.com
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Dall’alba a mezzanotte nel nome di Wagner
di Alessio Vlad  
Direttore artistico Musica
Il Ravello Festival 2018, affermando una volta di più, la sua vocazione originale, si aprirà e chiuderà nel nome di Wagner.
Anzi, immaginando un percorso delimitato da due colonne uguali ma diverse nei materiali, lo stesso brano, affidato a due direttori e a due orchestre diverse, ne segnerà l’inizio e la fine.
Il 30 Giugno, infatti, Esa-Pekka Salonen, suggellando con il suo ritorno un rapporto che si vuole consolidare, eseguirà in apertura del concerto con la Philharmonia di Londra il Preludio e Morte di Isotta mentre lo stesso faranno, in chiusura, il 25 Agosto Donald Runnicles e i complessi della Deutsche Oper di Berlino.
Ambedue i programmi, pensati appositamente per il Festival, saranno interamente dedicati alla musica di Wagner.
Cosi, il palcoscenico di Villa Rufolo proteso, come la prua della nave di Tristano, su un paesaggio dove le montagne incontrano il mare, sarà il luogo ideale dove il Nord dell’Europa, alla ricerca di origini comuni, incontra il Sud.
Lì orchestre e direttori, assumendo le funzioni di chi compie un rito costante, ma sempre diverso nella sua ripetizione, cercheranno di rappresentare un’aspirazione verso il sublime.
Tra Salonen e Runnicles, si alterneranno Myung-Whun Chung e l’Orchestre Philarmonique de Radio France con Ravel e Berlioz, Jérémie Rhorer e le Cercle de l’Harmonie con le ultime tre sinfonie di Mozart, Ivan Fischer e la Budapest Festival Orchestra con Bartok, Mahler e Brahms, Valery Gergiev e il Mariinsky con Stravinskij e Tchaikovsky.
Anche quest’anno non mancherà un’orchestra giovanile: L’Orchestra Nazionale dei Conservatori Italiani affidata alle mani, sia come pianista che come direttore, di Alexander Lonquich, con musiche di Beethoven e Schubert.
Ancora, nell’ottica di valorizzare le migliori realtà musicali del territorio, l’Orchestra Filarmonica Salernitana, diretta da Ryan McAdams, sarà protagonista del Concerto all’Alba.
Tornano, nell’incanto notturno dei giardini della Villa, i Concerti di Mezzanotte.
Cinque appuntamenti dedicati al pianoforte  affidati ad Andrea Lucchesini, Sun Hee You, Varvara, Bertrand Chamayou e Federico Colli.
Quello di Ravello è un Festival che in nome di una costante ricerca della qualità, attraverso una via chiara e visibile,  vuole, e deve, essere all’altezza del luogo e di quella che è oramai un’antica e consolidata tradizione.
 
1968-2018
di Laura Valente
Direttore artistico
Danza / Formazione / Mostre / Tendenze e Nuovi Linguaggi
 
1968-2018. Sono passati cinquanta anni dal tempo in cui i soldati americani fanno piovere bombe sul Vietnam, gli studenti di Parigi bruciano i boulevard, gli artisti italiani alla Biennale di Venezia protestano coprendo e girando verso le pareti le loro tele, declamando parole come “apertura, ricerca, democratizzazione della cultura”. Pochi anni prima Peggy Guggenheim sbarcava a Venezia, esportando la pop art americana in Italia, anticipando una tre giorni rivoluzionaria Arte Povera più Azioni Povere /1968, con cui ad Amalfi Germano Celant, Marcello e Lia Rumma rendono protagonisti materiali come ferro, legno, plastica, stracci, scarti industriali, assemblati in creazioni originali e spiazzanti. Si avvia il processo di sconfinamento dell’arte “dal quadro all’ambiente” e performance e happening diventano strumenti di espressione artistica,  impegno civile, lotta alle disparità di genere, innovazione dei codici, influenzando la ricerca dei decenni successivi. A quello ‘spirito’ – fatto di simboli e icone, figli legittimi (e non) – è dedicata questa edizione della danza al Ravello Festival. Si inizia (4 luglio) con Bill T. Jones, simbolo della contact-dance, coreografo dalla tinta espressiva aspra e potente, emblema di impegno civile incentrato sulla lotta contro i pregiudizi razziali e  religiosi (“Voglio che sia chiaro il mio punto di vista sulla vita, sui diritti, come la penso, da che parte sto”). Che gli vale l’incoronazione del New York Times (“Uno dei tesori insostituibili d’America”). /Time: Study II 2018, lavoro per il festival che include il progetto Abballamm’!, fiore all’occhiello di un percorso di formazione che da tre anni realizza residenze con gli artisti ospiti, e che in questa edizione sigla il debutto dei giovani talenti della Campania in scena con i solisti della compagnia americana. Una giornata di happening / performance quella del 5 luglio: 1968/See me, feel me (titolo/omaggio a Tommy degli Who, la prima opera rock della storia) con i ballerini di Abballamm’! a cantare e danzare in piazza con gli ormai “classici”  musicali dell’epoca prima del debutto, nell’Auditorium disegnato da Oscar Niemeyer, di due nuove produzioni del festival: Antonello Tudisco/Act of mercy e Michela Barasciutti/Peggy untitled 2013-2018 (lavoro ispirato alla collezione Guggenheim di Venezia). Se c’è un artista che ha segnato l’inizio del terzo millennio è Wayne McGregor, con la sua cifra stilistica che fonde danza e arti visive, tecnologia e scienza. Il regista e corografo britannico “più apprezzato” (fonte Times) confeziona per Ravello Icons, (7 luglio) programma che fa dialogare, tra le altre, creazioni osannate dalla critica come Autobiography (ventitrè sono i cromosomi che compongono il genoma umano: McGregor ha chiesto a due genetisti di mettere in sequenza il suo, per trasformarlo in un algoritmo con altrettante espressioni coreografiche) e Woolf Works, quest’ultima ispirata agli scritti di Virginia Woolf e che vede protagonista anche l’étoile Alessandra Ferri, una delle più grandi danzatrici italiane. Dada Masilo, sudafricana di Johannesburg, cresce nella township di Soweto, prima che arrivi il successo con la rielaborazione poetica di classici del balletto romantico. “Svelo nei mie balletti violenza, arroganza e nudità. Nulla di tutto ciò è permesso, giustificato, tollerato”. A Ravello la sua “Giselle” (di William Kentridge i ‘drawings’ dello spettacolo) danza la vendetta di una donna contro le violenze su tutte le donne, tema oggi più che mai al centro del dibattito pubblico. “Se Dio avesse pensato alla danza, avrebbe creato Svetlana Zakharova”, secondo Baryšhnikov. L’étoile ucraina, regina del Bol’šoj, è al centro di Russian code, progetto originale che mescola classici di Fokine a graffianti creazioni di nuove stelle della coreografia come Vladimir Varnava (29 luglio). A Rudolf Nureyev, indiscusso mito del Novecento, l’omaggio dei Solisti della Scala di Milano a 25 anni dalla scomparsa. Serata (4 agosto) aperta da una giovane coreografa campana, Luna Cenere che, su commissione del festival, firma un ritratto ‘nudo’ (in scena) di Isadora Duncan (Natural gravitation). Arte sacra e libera, la danza per Isadora, in grado di aprire varchi infiniti e inediti verso il cambiamento. Per questo vale la pena di celebrare tutti quei ’68 che ancora fanno danzare lo spirito e le passioni.
ROOTS AND WINGS (Radici ed ali)
di Maria Pia De Vito
Direttore artistico Jazz
 
 
Il concept del programma della sezione jazz del Ravello Festival 2018 verte intorno all’opera di alcuni musicisti che hanno fatto della rilettura delle tradizioni musicali di appartenenza la chiave della propria voce artistica, il proprio terreno di azione e di ricerca. Come nelle due passate edizioni a mia cura, un focus particolare sarà dedicato alle voci, questa volta in prevalenza maschili.
Ascolteremo all’opera Ivan Lins, icona della Musica Popular Brasileira, artista amato e riletto da decine di grandi protagonisti della scena jazzistica mondiale, per la sua cifra compositiva intrisa di modernità e raffinatissimo senso armonico: tra gli altri George Benson, Quincy Jones, Ella Fitzgerald, Sarah Vaughan, i Manhattan Transfer solo per citarne alcuni. Lins presenterà il “Concerto per Ravello”, un raffinato progetto basato sulla rilettura di brani del suo repertorio, ripensato in chiave jazzistica, insieme al gruppo italiano InventaRio, con cui ha da tempo una assidua collaborazione, coronata nel 2014 da una nomination al Grammy latino come miglior disco nella sezione Musica Popular Brasileira, per l’album “InventaRio incontra Ivan Lins” (EMI 2012).
Kurt Elling, il più famoso e premiato cantante jazz statunitense, innovatore con i piedi ben piantati nella tradizione jazzistica, presenterà per Ravello Festival il suo ultimo lavoro discografico, “The Questions” (Okeh/Sony Masterworks 2018), in cui con il suo sestetto, attraverso riletture di brani di autori quali Bob Dylan, Leonard Bernstein, Paul Simon, e i suoi magnifici testi vocalese (Kurt è un notevole lyricist) ci propone la sua sensibile risposta musicale e filosofica a questo momento storico di grande incertezza, in cui i valori umani vengono costantemente sfidati e messi alla prova.
Tigran Hamasyan, prodigioso pianista e compositore armeno, presenta nella magnifica cornice offerta dal palcoscenico del Belvedere di Villa Rufolo in esclusiva italiana il suo concerto in piano solo: “An ancient observer”, dall’omonimo album inciso per la prestigiosa Nonesuch Records. Titolo quanto mai significativo per questo geniale trentenne dall’anima antica, che in 12 anni ha raggiunto una posizione di altissimo prestigio nel panorama jazzistico mondiale, vincendo premi in ogni continente grazie alla sua cifra compositiva unica, profonda e sapiente, intrisa di echi musicali armeni, ma anche di jazz, rock e elettronica.
Paolo Fresu, il nostro più celebre e versatile trombettista e compositore, leader di innumerevoli progetti in compagnia del gotha del jazz internazionale, accompagnato dal gruppo Mistico Mediterraneo con Daniele di Bonaventura al bandoneon ed il favoloso coro Corso (6 voci maschili) a Filetta, presenterà in anteprima italiana il disco “Danse mémoire, danse” che sarà pubblicato in novembre, incentrato sui testi di Aimé Césaire, e Jean Nicoli, due eroi corsi – il primo un poeta laureato ed il secondo un semplice maestro, vittima del nazismo -, latori di un messaggio di resistenza e di opposizione ad ogni forma di razzismo e colonialismo.
Uno spazio speciale verrà dedicato alla casa discografica ECM, la più importante e storica etichetta europea indipendente, ‘casa’ artistica di mostri sacri quali Keith Jarret, Jan Garbarek, Pat Metheny, Ralph Towner, Bill Frisell, ma anche di Arvo Pärt ed di altri importanti compositori contemporanei.  La casa discografica di Monaco di Baviera è sempre stata uno spazio libero per produzioni che spaziano dalla musica classica e contemporanea della “New series”, alle voci dei giovani talenti attivi nel mondo della musica improvvisata. L’evento si articolerà in un doppio concerto: la produzione originale del Ravello Festival, ovvero il progetto “Four Quartets”, con musiche composte da Stefano Battaglia (al piano) su testi poetici di Thomas Stearns Eliot, interpretati da Theo Bleckmann, il più amato cantante della scena newyorkese, il cui mondo espressivo si muove ai confini tra jazz e classica contemporanea. Collaboratore di Meredith Monk e di Uri Caine, Theo è un cantante dalla tecnica limpida e cristallina, che ha sviluppato una personalissima visione sul canto e sulla sperimentazione elettronica. Ad accompagnare le composizioni originali di Stefano Battaglia, permeate di echi liturgici e audaci slanci improvvisativi, il funambolico e magico Michele Rabbia, alle percussioni ed alle elaborazioni elettroniche, inventore di suoni e soundscapes inediti e di grande poesia.
Il secondo concerto vedrà Django Bates, pianista, compositore di grandissima originalità – fondatore di band leggendarie, tra le quali Delightful Precipice, Human Chain e Loose Tubes, ma anche pianista solista di eccezionale lirismo e abilità compositiva, autore di musiche per il teatro, la danza – con il suo trio più recente, Beloved, che articola la propria ricerca musicale su una rilettura modernissima e, come suo costume, irriverente dell’opera di Charlie Parker. Il trio ha da poco pubblicato proprio per la ECM “The study of touch”, un lavoro che ha raccolto plausi unanimi dalla critica specializzata e dal pubblico internazionale.
Infine, il leggendario chitarrista Bill Frisell sarà a Ravello in quartetto con il progetto “When you wish upon a star”, con Petra Haden alla voce. Rivisitazioni di musiche provenienti dal cinema e dalle serie televisive, diventate pietre miliari nell’immaginario musicale statunitense e globale, saranno rilette da questo gruppo straordinario. L’unicità e peculiarità del magnifico suono di Frisell, “una voce” a se stante, intrisa di cultura folk, country ed americana in genere, gli ha consentito di attraversare 40 anni di storia della musica occidentale, al fianco di figure seminali del mondo jazzistico come Paul Motian, John Zorn, Jan Garbarek, Chet Baker, e di delineare una traiettoria espressiva sempre originale e riconoscibile, sospesa tra nostalgia e futuro, between roots and wings.
(Nelle foto sopra: due fasi della presentazione del Ravello Festival 2018. Clicca sulle immagini per ingrandirle)

Antonio De Pascale

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