Il Vangelo di domenica 18/3/2018. Il commento del Prof. Antonio Luisi

Prof. Antonio Luisi, Docente di religione cattolica al Liceo classico “Virgilio” e Diacono presso la Parrocchia “S. Maria delle Grazie” di Mercato S. Severino
 
V  Domenica di Quaresima (Gv  12,20-33)
Tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa, c’erano anche alcuni Greci.  Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli chiesero: «Signore, vogliamo vedere Gesù».  Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù. Gesù rispose: «È giunta l’ora che sia glorificato il Figlio dell’uomo. In verità, in verità vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto.  Chi ama la sua vita la perde e chi odia la sua vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna.  Se uno mi vuol servire mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servo. Se uno mi serve, il Padre lo onorerà.  Ora l’anima mia è turbata; e che devo dire? Padre, salvami da quest’ora? Ma per questo sono giunto a quest’ora!  Padre, glorifica il tuo nome». Venne allora una voce dal cielo: «L’ho glorificato e di nuovo lo glorificherò!».  La folla che era presente e aveva udito diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: «Un angelo gli ha parlato».  Rispose Gesù: «Questa voce non è venuta per me, ma per voi.  Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori.  Io, quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me».  Questo diceva per indicare di qual morte doveva morire.
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Il commento del Prof. Antonio Luisi:
Gesù la via per una vita nuova
La richiesta di alcuni greci di vedere Gesù, spinge l’evangelista Giovanni a proporci una meditazione sulla morte – glorificazione di Cristo. L’ “ora” alla quale è orientata tutta la vita del Maestro, è  l’ora della passione: la glorificazione ha una sola origine feconda, la morte in croce. Nella mini parabola che racconta, Gesù si paragona al chicco di grano che, caduto in terra, muore e così porta frutto e vita; lo stesso avviene per ogni cristiano, poiché, mediante il battesimo, viene sepolto con Lui nella morte. La vita di Cristo diviene perciò,  per noi, modello da imitare se vogliamo condividere la sua stessa corona di gloria. E’ questo il cammino che ognuno di noi è chiamato ad intraprendere. Il mondo contemporaneo spinge  l’uomo ad evitare ogni fatica, ogni sacrificio,  ogni rinunzia e sofferenza. Se il sacrificio è la condizione indispensabile per conseguire qualsiasi risultato umano (nel matrimonio, nel lavoro, nello studio), tanto più esso vale per seguire la via del Vangelo. L’itinerario quaresimale ci aiuti a prendere coscienza della nostra piccolezza e del nostro peccato, ci aiuti a considerare la nostra vita un dono da spendere per gli altri, per rinascere nuovi nella misericordia di Dio.
Prof. Antonio Luisi, Docente di religione cattolica al Liceo classico “Virgilio” e Diacono presso la Parrocchia “S. Maria delle Grazie” di Mercato S. Severino

Antonio De Pascale

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