CALVANICO. In centinaia all'addio per il 25enne Francesco Merola, morto in un incidente d'auto.

I funerali (1)

Francesco Merola

“E’ Dio che dispone i tempi del nascere e del morire e, nonostante il dolore del distacco – ha detto il Parroco, don Vincenzo – la morte non spezza il legame. Francesco è sempre presente in mezzo a noi. Il Signore sussurra al vostro cuore: Non piangente perché Francesco è con me e un giorno sarete ancora insieme”. Sulla bara, la bandiera della Roma, di cui Francesco era tifoso.
 
Martedì 30 gennaio 2018
CALVANICO. Ieri pomeriggio l’ultimo saluto a Francesco Merola. Il silenzio assordante delle centinaia di persone, in attesa nel piazzale antistante la Chiesa Madre del SS. Salvatore, è spezzato solo dal rintocco delle campane che accompagnano la bara bianca portata a spalla.
Il feretro di Francesco Merola è preceduto da una processione di giovani, tra parenti e amici, ognuno dei quali ha con se cuscini e corone di fiori bianchi. La coreografia si delinea in un semicerchio che fa da cornice all’ingresso in chiesa.
Sulla bara la bandiera della Roma (la sua squadra del cuore) ad accompagnare l’ultimo viaggio del venticinquenne deceduto domenica mattina nello scontro avvenuto al chilometro dieci dell’A2.
“E’ sempre Dio che ci chiama nel suo Regno e lì c’è un posto riservato a Francesco pieno della sua gioia, della sua freschezza, delle sue doti umane semplici e disarmanti” dice don Vincenzo Pierri, il parroco di Calvanico. Parole che tendono una mano di conforto ai genitori della vittima, Giovanni e Gerardina, alla famiglia e agli amici.
Ovunque vaga lo sguardo, si incontrano occhi lucidi e tra le mani fazzoletti intrisi di lacrime. Dolore, ma anche incredulità, sgomento e rabbia per una vita stroncata troppo presto.
Domenica scorsa Francesco compiva venticinque anni e la sera prima era uscito con gli amici e la fidanzata per festeggiare il suo compleanno.
“E’ Dio che dispone i tempi del nascere e del morire e, – aggiunge il sacerdote – nonostante il dolore del distacco, la morte non spezza il legame”. “Francesco è sempre presente in mezzo a noi – sottolinea don Vincenzo –. Il Signore sussurra al vostro cuore: Non piangente perché Francesco è con me e un giorno sarete ancora insieme”.
E, forse, solo la speranza nella resurrezione può infondere consolazione ad una famiglia che deve fare in conti con il mistero della morte. Unita nella sofferenza l’intera comunità, un popolo che si è stretto per rendere meno pesante quella croce che grava sulle spalle dei genitori di Francesco.
“Mi ricordo della sua spontaneità – racconta il sacerdote – quando mi poneva domande profonde sul senso della Fede nella sua gioventù con tutte le sue gioe e contraddizioni, un ragazzo semplice e forte”.
Francesco, di professione carpentiere, era ben felice di fare il portatore della statua di Sant’Alfonso durante la processione nel paese. Quel paese che ha voluto salutarlo con palloncini colorati e cuori rossi che attendevano il suo feretro all’uscita della chiesa. La salma è stata poi tumulata nel cimitero di Calvanico.
I funerali (2)

(Nelle foto: Francesco Merola e i funerali svoltisi ieri. Clicca sulle immagini per ingrandirle).
 
I funerali (3)

 
 
 
 
 

Antonio De Pascale

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