IL VANGELO DI DOMENICA 10/9/2017. IL COMMENTO DEL PROF.ANTONIO LUISI.

PROF.ANTONIO LUISI, DOCENTE DI RELIGIONE CATTOLICA AL LICEO CLASSICO “VIRGILIO” E DIACONO PRESSO LA PARROCCHIA “S.MARIA DELLE GRAZIE” DI MERCATO S. SEVERINO.
Vangelo della XXIII Domenica del T. O. ( Mt  18,15-20)
 
Se il tuo fratello commette una colpa, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ti ascolterà, prendi con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni.  Se poi non ascolterà neppure costoro, dillo all’assemblea; e se non ascolterà neanche l’assemblea, sia per te come un pagano e un pubblicano.  In verità vi dico: tutto quello che legherete sopra la terra sarà legato anche in cielo e tutto quello che scioglierete sopra la terra sarà sciolto anche in cielo. In verità vi dico ancora: se due di voi sopra la terra si accorderanno per domandare qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli ve la concederà.  Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro».
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IL COMMENTO DEL PROF.ANTONIO LUISI:
Correzione fraterna
Il vangelo di questa domenica ci propone un vero e proprio progetto educativo. La chiesa è la comunità di quei fratelli e di quelle sorelle che si riuniscono nel nome di Gesù. E’ fatta di uomini santi e peccatori, al suo interno ci sono quindi dei limiti, possono scoppiare degli scandali, ma c’è anche una ricchezza straordinaria, la presenza di Gesù risorto che la guida e la sostiene. Essa quindi non può mai perdere la sua identità perché è chiamata a vivere secondo gli insegnamenti di Gesù, che è misericordia e amore. Per questo, se un fratello sbaglia, non può essere emarginato, ma deve essere recuperato, ricorrendo alla correzione fraterna. Questa pratica ha delle regole precise e Gesù le elenca: l’ammonizione da solo a solo, l’appello ad altri fratelli e, infine, il ricorso alla decisione della comunità. Si tratta sempre di una procedura dettata dall’amore e dalla misericordia, che richiede umiltà e grande sensibilità. Lo scopo ultimo infatti, non è quello del giudicare o del condannare, ma quello di salvare; mai deve trasformarsi in pettegolezzo e sfoggio di ipocrisia. La correzione fraterna diviene un obbligo in particolare per coloro, come i pastori, che sono chiamati a guidare una comunità. Nei momenti di crisi e sbandamento, non possono assumere atteggiamenti pilateschi, ma sono chiamati a riprendere e correggere, con saggezza e tatto, le persone a loro affidate. La bellezza della nostra vita noi la scopriamo soprattutto quando facciamo esperienza dell’amore e della misericordia di Gesù. Alla luce del vangelo di questa domenic,a facciamo questo dono ai nostri fratelli.
PROF.ANTONIO LUISI, DOCENTE DI RELIGIONE CATTOLICA AL LICEO CLASSICO “VIRGILIO” E DIACONO PRESSO LA PARROCCHIA “S.MARIA DELLE GRAZIE” DI MERCATO S. SEVERINO.

Antonio De Pascale

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